domenica 15 marzo 2009

PROTOCOLLO D'INTESA CON LA AUSL RM/D

Questa è la nota a firma del Direttore Generale della AUSL RM/D, Dr.ssa Giuseppina Gabriele.

Questa Direzione Generale, in seguito ai ripetuti contatti dell'Area Materno Infantile e di parte di questa Direzione con le Organizzazioni Sindacali e con l'Assemblea delle Donne prende atto positivamente del rinnovato clima di collaborazione reciproca auspicabile.Invita tutti alla festa dell'otto marzo per l'inaugurazione della Casa del Parto, e indice un tavolo per la programmazione condivisa dell'assistenza. Materno Infantile, con le Associazioni femminili e del Territorio e con I Sindacati.Tale tavolo sara' gestito dal Direttore dell'Area Materno Infantile che ha mandato, insieme alla UOC Consultori, Dott.ssa Musacchio e alla Dott.ssa Canitano, ginecologa Ambulatoriale, Referente Sanitario per la “Casa della Salute della Donna e del Bambino”, di valutare l'adeguatezza dei servizi Consultoriali di Ostia, per I quali è in corso una trattativa per locali atti all'apertura di un secondo Consultorio.Ha altresi' mandato di aprire una riflessione comune sulle necessità, nel nostro Territorio, della popolazione femminile e pediatrica, nonchè adolescenziale.Al Direttore dell'Area Materno Infantile, Prof Palazzetti, spetta inoltre stabilire la data del primo incontro di tale tavolo.Buona festa dell'otto marzo a tutte e a tutti.Il Direttore Generale, Giuseppina Gabriele

giovedì 5 marzo 2009

LETTERA AL DIRETTORE GENERALE AUSL RMD

Al Direttore Generale AUSL RMD Dott.ssa Giusy Gabriele

Al Responsabile Area Materno Infantile Dott. Pierluigi Palazzetti


L'Assemblea delle donne, a seguito dell'incontro del 25 febbraio dal quale non e' emerso alcun impegno chiaro sulla collocazione del consultorio di Ostia in locali idonei, ribadiscono che pur non avendo alcun pregiudizio sulla Casa del Parto, tanto meno sulla Casa della salute della donna e del bambino che anzi rispondono a richieste trentennali, vedono con preoccupazione il depotenziamento del Consultorio di Ostia.

In un territorio di circa 200.000 abitanti dove esistono solo 2 consultori, il rapporto per legge sarebbe di uno ogni 20.000 abitanti, assistiamo ad una ulteriore riduzione del servizio in controtendenza anche alle ultime disposizioni regionali sulla riorganizzazione dei consultori ( delibera Giunta regionale del Lazio n° 945 del 22/12/08 ) mirato al sostegno della genitorialità che stanzia ulteriori fondi ai consultori stessi.

Il trasferimento del Consultorio dal Sant'Agostino ai locali di Via Capitan Casella 3, di fatto impedisce il mantenimento delle funzioni precedentemente svolte in quanto gli spazi si riducono e conseguentemente diminuiranno le prestazioni poiché le operatrici/i saranno costretti ad alternarsi nell'utilizzo delle stanze; diviene inoltre difficoltoso anche l'accesso alle mamme con carrozzine e, di fatto, impossibile l'accesso ai disabili.

La polverizzazione del servizio preesistente snatura il consultorio rendendolo una somma di ambulatori dislocati nel territorio, spostando su un'ottica prevalentemente sanitaria anche ciò che non lo è. Chi e dove svilupperà gli interventi di prevenzione? Chi agirà sulla crescita culturale del territorio? Chi socializzerà la conoscenza e creerà le reti di protezione sociale necessarie? Chi lavorerà sull'integrazione delle donne immigrate? A questo proposito invitiamo a rileggere le disposizioni della nuova legge regionale n° 945/08!

Ribadiamo l'importanza del lavoro sinergico delle varie figure professionali al fine di ottimizzare ed integrare gli interventi socio-sanitari e questo può avvenire solo all'interno di strutture polifunzionali come definito dalla legge regionale 15/1976.

Del resto non ha senso una Casa del Parto naturale senza una forte presenza sul territorio di chi costruisce una cultura altra non medicalizzata e rispettosa dei tempi e dei bisogni delle donne, funzione tipicamente consultoriale.

Riguardo la Casa della Salute della donna e del bambino ribadiamo quanto detto fin dal giorno della sua presentazione: chiediamo un tavolo di confronto dove vengano costruiti tutti i passaggi a garanzia della sua realizzazione anche nella previsione che la struttura sara' ultimata nella prossima legislatura regionale e la sua destinazione potrebbe cambiare prestandosi anche a manovre speculative.

Se, come è stato ribadito, le finalità sono comuni ci sembra inutile il clima di contrapposizione che si è creato che va soltanto a favorire chi da sempre tenta di destrutturare le strutture socio-sanitarie territoriali ed in particolare i Consultori Familiari.

Chiediamo una risposta nel merito chiara e concreta da questa Amministrazione

Roma, 3/3/2009 L'Assemblea delle Donne del XIII° Municipio

mercoledì 4 marzo 2009

......Al peggio non c'è mai fine.....!

…. Al peggio non c’è mai fine…..!
Dopo gli innumerevoli e svariati annunci, i roboanti proclami e le contraddittorie decisioni sui destini dei Servizi Socio–Sanitari del 13 Municipio – Distretto 2, è avvenuto lo scandaloso trasferimento del Consultorio di Ostia, all’interno di locali inidonei e al limite dell’agibilità per la carenza e l’inadeguatezza degli spazi, dove è persino impossibile accogliere e far sostare le persone per l’assenza di uno spazio adibito a sala d’attesa e dove è difficile, se non impossibile, l’accesso alle persone disabili, per la presenza di scalini ma, anche, per la ristrettezza degli spazi interni che ne rendono difficoltosa la permanenza nella struttura stessa. Un Consultorio che vedrà, di fatto, frammentata e diminuita la sua capacità erogativa di servizi e di attività, precedentemente esistenti nella vecchia struttura Sant’Agostino (v. corsi di preparazione alla nascita ai quali possono partecipare un massimo di 8 donne, anziché 15, come era precedentemente; operatrici/operatori costretti ad alternarsi nell’utilizzo delle poche stanze disponibili con la conseguente diminuzione delle prestazioni professionali).
Ciò comporterà ulteriori disagi in un territorio dove sono presenti solo due Consultori Familiari a fronte di circa 10 previsti dalla legge (1/20.000 ab.).
Riteniamo anche noi necessaria e non più procrastinabile la ristrutturazione del Sant’Agostino e chiediamo ed auspichiamo che questa avvenga nei modi e tempi utili, anche per impedire che si insinuino eventuali operazioni speculative di carattere privatistico.
Tuttavia tale ristrutturazione, annunciata circa 3 anni fa, e che avrebbe dovuto concludersi l’8/3/2008, con l’apertura della Casa della Salute della Donna e del Bambino, non ha ancora trovato effettiva realizzazione, non solo per difficoltà tecnico-amministrative-burocratiche (casuali?) legate al ricorso nell’espletamento delle gare d’appalto, ma anche per l’assenza di un piano, di una reale programmazione, nonché di una capacità organizzativa in grado di individuare, in un territorio in continua espansione edilizio-abitativa, già carente di Servizi Socio-sanitari, soluzioni idonee e dignitose al trasferimento dei servizi e delle attività ivi esistenti.
Infatti la ristrutturazione del Sant’Agostino, insieme a quella degli atri presidi socio-sanitari (Acilia, Via Paolini, Ostia Antica, Via Vasco De Gama/Repubbliche Marinare) ha visto incredibili ritardi, paradossali “ incidenti “ in tutti i cantieri aperti con innumerevoli disservizi ed ingiustificabili disfunzioni createsi ( v. crolli controsoffitti, lavori finiti e riavviati per ritagliare le stanze vaccinali) per non parlare del trasferimento/trasloco dei servizi SPRESAL – SISP – SIAN dalla sede di Lungomare Paolo Toscanelli nei “nuovi” locali di V.le delle Repubbliche Marinare – V.le Vasco De Gama, avvenuti senza adeguata e preventiva informazione e senza che fosse garantita la funzionalità e continuità delle attività (collegamenti telefonici e di rete, ecc.) con riscaldamenti non funzionanti e l’inosservanza delle norme sulla sicurezza (V. assenza di estintori) e di uno studio per l’utilizzo razionale degli spazi esistenti.
E’ di questi giorni la decisione dell’immediato ed “urgente trasloco” dei Servizi e delle attività collocate presso il Sant’Agostino, senza che siano state individuate soluzioni alternative idonee a garantire non solo il rispetto delle condizioni di lavoro e la dignità stessa delle operatrici e degli operatori, ma, soprattutto, la funzionalità e l’efficacia stessa dei servizi e delle attività a tutela dei diritti dei cittadini/utenti. Infatti sono state date disposizioni per trasferire l’UOSD Immunoprofilassi nei locali dell’ANFASS assegnati al TSMREE (Tutela Salute Mentale e Riabilitazione in Età Evolutiva) sottraendo spazi indispensabili all’attività della stessa, e separandoli dall’ex Medicina


Preventiva (nei locali di Via Cagni?) quando solo appena un anno fa si era trasferita la stessa “momentaneamente” dalla sede di Casal Bernocchi “per permettere la riunificazione dei servizi afferenti al Dipartimento di Prevenzione per il Litorale” (…sic…!) per non parlare del COMAVI (scomparso persino nell’Atto Aziendale) con un rimpallo di responsabilità in merito alla struttura di riferimento.
Tutto ciò è avvenuto violando e calpestando le più elementari norme di partecipazione e confronto contraddicendo, peraltro, continuamente, gli accordi e gli impegni presi da alcune Dirigenti Aziendali con le R.S.U. In modo vergognoso ed irresponsabile è stato persino “rimandato” l’incontro che doveva svolgersi il 3 marzo, nel corso del quale dovevano essere verificate e discusse le ipotesi di soluzione per il trasferimento dei servizi ancora collocati al Sant’Agostino.
Ci si chiede, a questo punto, non solo con quale mandato i Dirigenti Aziendali abbiano avviato il confronto con le RSU, ma quale sia la loro reale autonomia, capacità ed effettiva volontà e possibilità di incidere sulle decisioni aziendali.
Il “trasloco”annunciato dei servizi rimanenti al Sant’Agostino è un’ulteriore dimostrazione della superficialità, del pressappochismo e dell’arroganza nella gestione della “Cosa Pubblica” divenuta sempre più strumento e terreno di visibilità per meri interessi di riconoscimento politico, di autolegittimazione e autoreferenzialità, per poter ottenere accreditamenti all’interno di un quadro politico-istituzionale ormai privo di ogni collegamento con la realtà, insofferente alla critica e al dissenso, impermeabile al dialogo e al confronto democratico.
Perché non si cerca invece di far valere il proprio peso, la propria determinazione in tutti i modi e le forme possibili, presso le sedi politiche ed istituzionali per denunciare l’inadeguatezza dei trasferimenti finanziari assegnati dalla Regione Lazio, in accordo con il Governo, alle Aziende USL e che vede la ASL RM/D quella che, in rapporto alla popolazione, con particolare riferimento al Distretto 2, riceve minori stanziamenti e finanziamenti (RM/D 383 euro procapite rispetto ai 1.075 della ASL di Latina).
Pensiamo invece che la gravità e la complessità dei problemi che abbiamo dinnanzi, richiedano percorsi di partecipazione democratica che facciano dell’analisi, del ragionamento, della conoscenza, della ricerca del dialogo e del confronto elementi fondamentali per la difesa degli Spazi e dei Servizi Pubblici, per rispondere ai bisogni, ai diritti e alla dignità delle persone.
Consideriamo pertanto di carattere esclusivamente provvisorio la collocazione di quei servizi ed attività che sono stati trasferiti in spazi e sedi inidonei ed inadeguati.
Chiediamo che, in attesa dello svolgimento dei lavori di ristrutturazione del Sant’Agostino, tutti i servizi interessati trovino una giusta ed idonea collocazione in sedi e spazi più opportuni, avviando da subito, su tali problematiche, un confronto tra l’Azienda, il Municipio, le OO.SS. e le Forze Sociali del Territorio.
Non vogliamo che la “Casa del Parto” diventi la “Vostra ciliegina” mentre viene frantumata la torta.
Chiediamo e vogliamo rispetto per tutti i Servizi Pubblici, per la dignità stessa delle operatrici e degli operatori e dei cittadini di questo Territorio.
Roma,
COBAS AUSL RM/D