mercoledì 28 aprile 2010

LOTTA AUSILIARI AUSL RMD

IL COBAS DELLA AUSL RM/D ESPRIME IL SUO APPREZZAMENTO PER L’IMPORTANTE RISULTATO OTTENUTO CON LA LOTTA, INDETTA DALLA R.S.U. E CONDOTTA DALLE LAVORATRICI E DAI LAVORATORI DELLA AUSL RM/D, PER IL MANTENIMENTO IN SERVIZIO DEL PERSONALE AUSILIARIO, IMPEGNATO NEI SERVIZI SOCIO SANITARI, IN PARTICOLARE MODO PRESSO L’OSPEDALE G.B. GRASSI, AI QUALI SCADEVA IL CONTRATTO DI LAVORO IL PROSSIMO 10 MAGGIO, CON LA CONSEGUENZA DI CREARE GRAVI RIPERCUSSIONI SU SERVIZI SOCIO – SANITARI GIA’ CARENTI DI QUELLE RISORSE UMANE E PROFESSIONALI NECESSARIE PER ASSICURARE LIVELLI DI ASSISTENZA ADEGUATI, UMANI E DIGNITOSI.
TALE RISULTATO E’ UN PRIMO PASSO CONTRO LA PRECARIETA’ ED I PROCESSI DI ESTERNALIZZAZIONE CHE RAPPRESENTANO LE NUOVE FORME DI SFRUTTAMENTO E NON GARANTISCONO, NEI SERVIZI PUBBLICI, NEANCHE QUELLA QUALITA’ E QUEL RISPARMIO OGGI TANTO DECLAMATI.
QUESTO PRIMO RISULTATO, CONSEGUITO ANCHE ALL’IMPEGNO DI UN VASTO MOVIMENTO SOCIALE ED ISTITUZIONALE, SAPENDO CHE ALTRE QUESTIONI SI IMPONGONO CON URGENZA, COME LA SCADENZA DEL CONTRATTO PER LE 5 TERAPISTE DELLA RIABILTAZIONE PER I MINORI, IN SCADENZA DI CONTRATTO ( 3 SETTEMBRE P.V. ) PUO’ E DEVE RAPPRESENTARE DA INSEGNAMENTO AFFINCHE’ I LAVORATORI E LE LAVORATRICI TORNINO AD ESSERE PROTAGONISTI IN PRIMA PERSONA INSIEME A QUELLE REALTA’ CHE FANNO DELLA DIFESA DEL LAVORO, DEI SERVIZI SOCIO - SANITARI, DEI DIRITTI E DEL BENE PUBBLICO LA RAGIONE DEL PROPRIO ESSERE E DEL PROPRIO AGIRE.


COBAS AUSL RM/D

martedì 20 aprile 2010

Passaggio di Gestione all'ASL RMD

Alla fine, non ricorderemo le parole dei nostri nemici, ma i silenzi dei nostri amici ….( Martin Luther King )
Le elezioni per il rinnovo dei Consigli Regionali hanno portato al cambiamento degli assetti politici nel Governo della Regione Lazio determinando il passaggio da una maggioranza di centro - sinistra ad una maggioranza e ad un governo di centro - destra.
Il Governo della Sanità nella Regione Lazio ha visto, in questi anni, un alternarsi di dichiarazioni solo apparentemente “infuocate” tra i dei due schieramenti, mentre, invece, è apparso evidente come, per le politiche e le problematiche riguardanti la Sanità, sia a causa delle scelte di politica economico/finanziaria del Governo Berlusconi, che del Governo della Regione Lazio, ci sia stato, anche se ciascuno con le sue distinte responsabilità politiche, un gioco di specchi con l’unica conseguenza di avere determinato un vero e proprio contraccolpo e un pesante ridimensionamento quantitativo/qualitativo del Servizio Socio - Sanitario Pubblico.
A pagarne maggiormente il prezzo sono stati, soprattutto, i cittadini che hanno subito le conseguenze del continuo depotenziamento dei Servizi Pubblici e delle strutture socio - sanitarie e le operatrici ed operatori, costretti a lavorare in condizioni di disagio e difficoltà sempre maggiori, sia per la mancanza di tutte le necessarie figure umane e professionali (mediche, infermieristiche, tecniche, ausiliarie, amministrative e sociali) che per l’inadeguatezza ed insufficienza degli spazi e delle strutture.
Nell’AUSL RM/D tale situazione, al di là della propaganda, delle autocelebrazioni e dell’autoreferenzialità muscolare esibita dalla Direzione Generale, si è sentita in modo ancor più pesante, considerate anche le inadeguate ed esigue risorse economico/finanziarie destinate alla AUSL RM/D ( 383 euro procapite rispetto, per esempio, ai 1.075 dell’AUSL di Latina ) alle quali si è aggiunta la richiesta, da parte della Regione Lazio per il Piano di Rientro economico/finanziario, dopo che, peraltro, la stessa Direzione Aziendale si era vantata di un risparmio gestionale di oltre 130 milioni, di un’altra contrazione della spesa sul personale per l’anno 2009 di altri 3 milioni d’Euro.
Ora ci appaiono come vere e proprie lacrime di coccodrillo quelle che vengono versate davanti ai problemi e alle difficoltà, quali la carenza del personale, con particolare riferimento a quelle/quei lavoratrici/tori precari alle quali sta per scadere il contratto ( infermieri, ausiliari, figure professionali impegnate nella riabilitazione come Logopediste, e Terapiste della Neuropsichiatria dell’Età Evolutiva).
Perché non ci si è mossi prima? Perché non è stato fatto tutto il possibile, sia in termini Istituzionali/Aziendali, politici e sindacali, per promuovere iniziative affinché potessero essere assunti preventivamente tutti quei provvedimenti necessari ( richiesta di risorse economico/finanziarie appropriate e richiesta di deroghe per assunzioni e/o atti amministrativi per un eventuale proroga dei contratti in essere) per garantire, non solo i livelli occupazionali delle lavoratrici/tori coinvolti, ma la continuità qualitativa/quantitativa all’interno di quei Servizi assistenziali interessati a non vedersi privati di figure professionali necessarie nell’interesse generale riguardanti il Diritto alla Salute delle persone?
NON E’ MAI TROPPO TARDI, MA LA CHIAREZZA, LA CONOSCENZA E L’ANALISI DEI PROBLEMI SONO SEMPRE NECESSARI PER RIUSCIRE AD AFFRONTARE LA REALTA’ ED I SUOI PROBLEMI, SENZA MISTIFICAZIONI E DISTORSIONI, NEL MODO PIU’ OPPORTUNO ED ADEGUATO.
Al di là di cosa accadrà con la definizione degli assetti Politici/Istituzionali e Aziendali restano tutte aperte le questioni ed i problemi emersi, anche alla luce dell’esperienza che sta per concludersi: quale idea di Gestione della Cosa Pubblica debba, oggi, governare le tematiche e le problematiche legate ai diritti e alla Salute delle persone?
La lottizzazione è una degenerazione gravissima che ha sempre caratterizzato il Servizio Sanitario Nazionale e che è andata sempre più affermandosi con l’introduzione della figura dei Direttori Generali nelle Aziende Sanitarie ed Ospedaliere con i quali si è cercato, apparentemente, di dare risposte, in nome dell’efficienza e dell’efficacia, ad un’idea di gestione di carattere privatistico e falsamente manageriale, come se i diritti e, soprattutto, la salute delle persone potessero essere considerati una merce, un bene di consumo, ma che, di fatto, per il ruolo e per il potere monocratico e assoluto assegnato ai Direttori Generali, non solo ha finito per mortificare, soffocare e reprimere quell’idea di gestione democratica e partecipata della Cosa Pubblica, che era nello spirito riformatore della L.833/78, ma ha finito per diventare strumento ed elemento di occupazione e spartizione dello Stato da parte dei partiti con tutte le conseguenze degenerative verso quei fenomeni di dominio, clientelismo ed autoritarismo, che questo sistema ha determinato.
I Direttori Generali, ci hanno dimostrato, sino ad oggi, che non hanno idea di cosa sia la “ Cosa Pubblica”, il Servizio e il Bene Pubblico; non considerano la necessità, l’opportunità che, per poter rendere più efficienti, più efficaci e, soprattutto, più umani l’insieme dei servizi socio sanitari dedicati alla cura e all’assistenza delle persone e per cercare di farli meglio funzionare e per rispondere appieno alle esigenze, ai bisogni ed ai diritti di salute delle persone, questi hanno bisogno di essere “ Governati” attraverso percorsi, processi e gli strumenti della pratica della Democrazia e della Partecipazione, con il coinvolgimento diretto ed indispensabile di tutte quelle competenze, quei saperi, quelle sensibilità presenti all’interno del Servizio Pubblico rappresentato dalle molte e molti operatrici ed operatori che vi lavorano.
In realtà, mentre le lavoratrici ed i lavoratori cercano, tra le difficoltà ed i disagi, di “ fare Servizio Pubblico” costoro, o meglio molti di questi Lor Signori/e, “ Fanno Azienda”, si comportano come veri e propri Sovrani e Padroni credendo che la Cosa Pubblica sia “Cosa Loro” e che sia possibile poter agire indisturbati/e con il piglio del “Comando” e del “ Dominio” assoluti, preoccupandosi solo di “ dimostrare” quanto siano bravi ed efficienti nel far quadrare i conti ed i bilanci senza rendere partecipi delle loro scelte, direttamente ed indirettamente, e senza attentamente considerare le conseguenze che tali scelte e tali comportamenti possono determinare e/o causare a chi, di quelle scelte, è destinatario: i cittadini/utenti e le lavoratrici ed i lavoratori che operano nei vari reparti e servizi socio - sanitari.
Non sappiamo, a tutt’oggi, come si dispiegherà il valzer delle nomine, se ci saranno i cosiddetti, e quali, “salti della quaglia “ ma siamo tra quelli che non brinderanno, ma conserveranno memoria di un’esperienza che ha segnato, in modo negativo, quella che avrebbe dovuto, per appartenenza, provenienza culturale, sociale e politica, esprimere, anche in un quadro non condivisibile, delle compatibilità politiche/economiche/istituzionali, un’idea ed una pratica Democratica e Partecipata di “ Gestione della Cosa Pubblica”.
La nostra critica e la nostra denuncia, in tutti questi anni, in una condizione certamente difficile, pagando anche alcuni prezzi, ha sempre agito partendo solo ed esclusivamente dal merito dei problemi e delle questioni per segnalare e denunciare ciò che credevamo fosse giusto e necessario, cercando di dar voce e rappresentare, anche attraverso limiti e difficoltà, il disagio, il malessere delle lavoratrici e dei lavoratori, in un clima di arroganza e paura instaurato da una gestione autocratica ed autoritaria che ha teso a comprimere, limitare e soffocare diritti, tutele, dignità e professionalità.
Ora saranno in molti a dire :”Era Ora!!!”, ma tra questi molti ci sono anche coloro e, precisamente, tutte quelle forze, quegli apparati sindacali e politici di centro - destra e di centro - sinistra che, direttamente ed indirettamente, per opportunismo, per interesse, per collateralismo, per compatibilità istituzionale/politica e sindacale, si sono resi partecipi di un silenzio assordante, complice ed irresponsabile, che ha finito per disorientare ed isolare quelle energie, quelle risorse, quelle realtà umane, professionali e sociali che muovono ed agiscono solo ed esclusivamente nell’interesse e nella difesa del Bene e del Servizio Pubblico e per acuire ed approfondire quel sentimento di sfiducia e di disaffezione e quella crisi di rappresentanza e rappresentatività che sono tra le ragioni del declino, della decomposizione morale, civile, sociale e politica che sta soffocando oggi il paese.
Non siamo tra coloro che sono uso brindare per un’eventuale amara esperienza conclusasi: non è nella nostra cultura e nel nostro stile, anche perché riteniamo che, se tutto ciò è stato possibile, lo si è dovuto ad un sistema di potere e di interessi che resterà ancora totalmente intatto. Ma, certamente, siamo tra coloro che porteranno memoria e che considerano questa esperienza gestionale, tra le più negative e fallimentari, non tanto e non solo per le scelte legate a quelle compatibilità economico/Aziendali non condivisibili, perché, crediamo, siano in antitesi con un’idea ed una cultura della salute che vede al centro la persona ed il suo benessere psico –fisico, ma proprio perché c’è stata l’incapacità e la non volontà di misurarsi e confrontarsi sul terreno di un’idea ed una pratica democratica e partecipata della Gestione della Cosa Pubblica.
Aspettare ora, un “ Messia”, e/o un nuovo “Bravo e Buono” Direttore Generale?
Dovremmo aver imparato, a nostre spese, che, questo, non solo mina la nostra autonomia di analisi, di giudizio e di iniziativa, ma rischia di essere un’illusione che può costar cara….!!!
Pensiamo che questa esperienza debba e possa servire per riflettere e ragionare sulla necessità di impegnarsi, ciascuno per quel che può, per costruire e favorire, la crescita e lo sviluppo di una reale, libera, autonoma rappresentanza dei lavoratori e delle lavoratrici tutti/e, attraverso percorsi condivisi di partecipazione e di democrazia, per contrastare ogni logica di dominio, in difesa dei propri diritti, delle proprie tutele e per migliorare le condizioni di vita e di lavoro.
Da parte nostra ribadiamo che continueremo ad essere e a sentirci impegnati, al di fuori di qualsiasi opportunità e compatibilità politico/sindacale/aziendale e con il solo ed unico scopo di portare, attraverso il confronto, il dialogo ed il ragionamento un contributo, per difendere il Servizio Socio Sanitario Pubblico e un’idea “ Altra” dell’essere e dell’agire politico/sindacale, nonché per cercare di realizzare, attraverso percorsi condivisi con le/i lavoratrici/tori, con le realtà del Territorio e con i Movimenti, un’idea di Comunità, di uomini e donne che, autonomamente e liberamente si batte per affermare i propri diritti e le proprie aspirazioni……

INDENNITA' VACANZA CONTRATTUALE

Alla faccia della Questione Salariale…!!!
7 EURO …e l’uomo campa…!!!
Mentre i dati che emergono dalle diverse rilevazioni statistiche e, soprattutto, dalle condizioni di vita, divenute sempre più difficili per migliaia di famiglie, a causa della crisi economica, della disoccupazione, della precarietà e degli, sempre più, immiseriti stipendi, parlano di una questione salariale divenuta urgente ed ineludibile, il Ministero dell’Economia - Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato ha pubblicato le misure dell’Indennità di Vacanza Contrattuale, riferite al triennio 2010-2012, per il personale dipendente dalle Amministrazioni Pubbliche.
Gli elementi di calcolo dell’indennità di vacanza contrattuale sono:
• Il tasso di inflazione programmata per il 2010 pari all’1,5%;
• La base di calcolo è quella relativa allo stipendio tabellare vigente al 1° gennaio 2010;
• La misura mensile è pari al 30% dell’inflazione programmata per il 2010 a partire dal 1° aprile che diventerà 50% dal 1° luglio.
In caso di assenza del rinnovo del Contratto Nazionale anche nell’anno 2011, proseguirà la corresponsione dell’indennità nella misura mensile definita dal 1° luglio 2010 pari al 50% dell’inflazione programmata 2010.
Il gelido e burocratico comunicato, con il quale la Ragioneria dello Stato annuncia le misure in merito alla vacanza contrattuale, mette una pietra sopra il rinnovo dei contratti pubblici non solo per il 2010 ma anche con la previsione d’estensione per il 2011, con incrementi salariali di 7 euro medie lorde mensili da aprile e 12 euro da luglio. Ciò significa che in busta paga i lavoratori si troveranno al netto, di media, rispettivamente 4 e 6,5 euro.
Questo è il primo effetto delle politiche contrattuali e della conseguente triennalizzazione voluta dalle OO.SS. Cgil, Cisl e Uil.
Il fatto che non ci sia stato alcuno stanziamento per i rinnovi dei contratti nella legge Finanziaria 2010 è la chiara volontà del governo di non rinnovare i contratti ai lavoratori pubblici per quest’anno e, molto probabilmente, anche per il prossimo.
Questo attacco s’inserisce in un contesto che tende sempre più a colpire, attraverso manovre, come quelle adottate anche recentemente dal governo (la cosiddetta Brunetta e il Collegato Lavoro) i diritti e le tutele delle lavoratrici e dei lavoratori e pubblici e privati, destrutturando, allo scopo di “ far cassa” la Pubblica Amministrazione, e quindi, quello che resta dello Stato Sociale.
Non possono essere sempre e solo i lavoratori a pagare il costo della crisi !
Le Rappresentanze Sindacali di Base ritengono necessario l’avvio di un confronto, di un processo partecipato e democratico nei posti di lavoro per cercare di riprendere l’iniziativa in difesa e a tutela dei diritti e delle condizioni di vita e di lavoro delle lavoratrici e dei lavoratori e per riaffermare il valore del Contratto Collettivo Nazionale.
Chiedono, a tal fine, l’immediata apertura dei Contratti Pubblici per aumenti salariali veri, per la stabilizzazione del salario accessorio ( oggi oggetto di ricorrenti incursioni da parte del Tesoro ) per la fine del blocco del turn - over e l’assunzione dei precari e dei disoccupati.
Roma,06/04/2010

martedì 6 aprile 2010

Alla faccia della Questione Salariale…!!!7 EURO …e l’uomo campa…!!!

Mentre i dati che emergono dalle diverse rilevazioni statistiche e, soprattutto, dalle condizioni di vita, divenute sempre più difficili per migliaia di famiglie, a causa della crisi economica, della disoccupazione, della precarietà e degli, sempre più, immiseriti stipendi, parlano di una questione salariale divenuta urgente ed ineludibile, il Ministero dell’Economia - Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato ha pubblicato le misure dell’Indennità di Vacanza Contrattuale, riferite al triennio 2010-2012, per il personale dipendente dalle Amministrazioni Pubbliche.
Gli elementi di calcolo dell’indennità di vacanza contrattuale sono:
• Il tasso di inflazione programmata per il 2010 pari all’1,5%;
• La base di calcolo è quella relativa allo stipendio tabellare vigente al 1° gennaio 2010;
• La misura mensile è pari al 30% dell’inflazione programmata per il 2010 a partire dal 1° aprile che diventerà 50% dal 1° luglio.
In caso di assenza del rinnovo del Contratto Nazionale anche nell’anno 2011, proseguirà la corresponsione dell’indennità nella misura mensile definita dal 1° luglio 2010 pari al 50% dell’inflazione programmata 2010.
Il gelido e burocratico comunicato, con il quale la Ragioneria dello Stato annuncia le misure in merito alla vacanza contrattuale, mette una pietra sopra il rinnovo dei contratti pubblici non solo per il 2010 ma anche con la previsione d’estensione per il 2011, con incrementi salariali di 7 euro medie lorde mensili da aprile e 12 euro da luglio. Ciò significa che in busta paga i lavoratori si troveranno al netto, di media, rispettivamente 4 e 6,5 euro.
Questo è il primo effetto delle politiche contrattuali e della conseguente triennalizzazione voluta dalle OO.SS. Cgil, Cisl e Uil.
Il fatto che non ci sia stato alcuno stanziamento per i rinnovi dei contratti nella legge Finanziaria 2010 è la chiara volontà del governo di non rinnovare i contratti ai lavoratori pubblici per quest’anno e, molto probabilmente, anche per il prossimo.
Questo attacco s’inserisce in un contesto che tende sempre più a colpire, attraverso manovre, come quelle adottate anche recentemente dal governo (la cosiddetta Brunetta e il Collegato Lavoro) i diritti e le tutele delle lavoratrici e dei lavoratori e pubblici e privati, destrutturando, allo scopo di “ far cassa” la Pubblica Amministrazione, e quindi, quello che resta dello Stato Sociale.
Non possono essere sempre e solo i lavoratori a pagare il costo della crisi !
Le Rappresentanze Sindacali di Base ritengono necessario l’avvio di un confronto, di un processo partecipato e democratico nei posti di lavoro per cercare di riprendere l’iniziativa in difesa e a tutela dei diritti e delle condizioni di vita e di lavoro delle lavoratrici e dei lavoratori e per riaffermare il valore del Contratto Collettivo Nazionale.
Chiedono, a tal fine, l’immediata apertura dei Contratti Pubblici per aumenti salariali veri, per la stabilizzazione del salario accessorio ( oggi oggetto di ricorrenti incursioni da parte del Tesoro ) per la fine del blocco del turn - over e l’assunzione dei precari e dei disoccupati.
Roma,06/04/2010