mercoledì 23 giugno 2010

Casa del Parto Naturale “Acqualuce”- Ospedale G.B. Grassi di Ostia.

Al Presidente della Regione Lazio
On. Renata Polverini
Al Direttore Generale della AUSL RM/D
Dr.ssa Giuseppina Gabriele
Al Direttore Sanitario Aziendale
Dr. Maurizio Rango
Al Direttore Amministrativo
Dr. Antonio Scuteri
Al Direttore Area Tutela della Donna e del Bambino
Dr. Pierluigi Palazzetti
Al Direttore f. f. U.O.C.I. Salute della Donna e del Bambino
Dr.ssa Patrizia Musacchio
Al Direttore Sanitario Ospedale G.B. Grassi
Dr. Lindo Zarelli
Al Direttore Area Risorse Umane e Affari Generali
Dr. Filippo Coiro
e,p.c. Al Presidente del Municipio 13
On. Giacomo Vizzani
All’ Assessore ai Servizi Sociali, Scuola e Casa
del XIII Municipio – Comune di Roma
On. Lodovico Pace
All’ Assemblea delle Donne 13 Municipio
Sig.ra Ada Codecà
Al Consiglio della R.S.U. AUSL RM/D

Oggetto: Casa del Parto Naturale “Acqualuce”- Ospedale G.B. Grassi di Ostia.


Scrivente O.S., con la presente nota, intende porre l’attenzione sulle problematiche e le criticità di un servizio e di una struttura, quella della Casa del Parto Naturale “ Acqualuce”, inaugurata l’8 marzo 2009 e situata all’interno del perimetro dell’Ospedale G.B. Grassi.
Si coglie l’occasione per ricordare che la Casa del Parto è una struttura dove è possibile eseguire il parto naturalmente con l’assistenza delle Ostetriche e, qualora sia fatta richiesta, il parto può essere effettuato anche in acqua. Il parto è considerato un momento cruciale nella e per la vita della donna e del bambino e poterne creare le condizioni ottimali, attraverso strutture idonee e un’adeguata organizzazione socio – sanitaria e cercando di rispettarne l’individualità e riconoscendone desideri, tempi e modi personali, permette, ad entrambi, di affrontare l’avventura della vita con maggior forza ed ottimismo.
La struttura della Casa del Parto favorisce tutto questo e, al tempo stesso, proprio perchè rispetta l'individualità della partoriente, riduce drasticamente i rischi di una medicalizzazione eccessiva che, come è stato dimostrato, nuocciono al benessere della donna partoriente e del suo bambino, tanto che l'Italia è al secondo posto nel mondo per il numero, sempre più crescente, di parti cesari effettuati.
La Casa del Parto, anche alla luce delle sempre più gravose difficoltà di bilancio che interessano il Servizio Sanitario Nazionale svolge, inoltre, anche una funzione di contenimento dei costi per la sanità pubblica, considerando, proprio che, per il parto naturale, il solo personale preposto all’assistenza, senza che ci sia la necessità della presenza del medico e dell’anestesista,

è la figura dell’Ostetrica ( figura professionale preposta e preparata, con specifiche competenze, per l'assistenza al parto fisiologico ) e dove la stessa degenza, con questa modalità di parto, tenuto conto dello stato di benessere, sia per la madre che per il bambino, si riduce ad un solo giorno.
Va fatta presente, in ogni caso, che la vicinanza con il complesso Ospedaliero e con la stessa Sala Parto dell’Ospedale G.B. Grassi ( 100 metri circa ) garantisce, in caso di necessità e di emergenza, tutti gli standard di sicurezza.
Questa O.S. sindacale, deve, purtroppo, constatare che, malgrado l’importanza di una struttura di questo tipo per la popolazione femminile del nostro Territorio, e non solo, malgrado l’impegno, la professionalità, le competenze e la sensibilità delle Ostetriche, di tutte/i le/gli operatrici/tori e di quei Medici che si sono impegnati, tra non poche difficoltà, alla realizzazione del progetto, e le molte aspettative e speranze che questa struttura ha suscitato, dall’annuncio della sua realizzazione, purtroppo, questa struttura non è stata in grado di assolvere a quel compito e a quel ruolo tanto annunciato e proclamato.
L’apertura della Casa del Parto “Acqualuce” e del servizio che si dichiarava di voler realizzare, richiedeva, in realtà, una volontà programmatrice ed organizzatrice ed un preciso intento per prevenire, ed eventualmente affrontare e risolvere, le problematiche e le criticità che inevitabilmente sarebbero sorte, in modo da assicurare l’effettiva e completa funzionalità della struttura.
In assenza di ciò l’impegno, gli sforzi di quanti hanno creduto nel progetto e, soprattutto, le speranze e le aspettative delle donne sono state, a causa dell’inadeguato ed insufficiente utilizzo della struttura stessa, deluse e mortificate.
Infatti, a tutt'oggi, la struttura, a fronte delle tante richieste che costantemente continuano a pervenire, anche al fuori del Territorio di riferimento, essendo, peraltro, questa, stata definita l’unica nel Centro – Sud Italia e la quinta a livello nazionale, può rispondere ed eseguire, in realtà, una media di 4 o 5 parti al mese, in quanto dalla sua inaugurazione ( 8 marzo 2009 ) non è stato ancora assegnato il personale ostetrico dedicato e la sua attività viene espletata solo attraverso l'istituto della reperibilità con personale già impegnato in altre attività, con notevoli difficoltà a garantire, in questo modo, la normale attività e, conseguentemente, il completo funzionamento della struttura stessa, tant’è che i parti realmente effettuati sarebbero stati, in tutto questo periodo, solamente 31.
La carenza del personale, tenendo anche in considerazione dei periodi di ferie, malattia, ecc., è tale da rendere persino difficoltosa la copertura dei turni di lavoro e di servizio anche per la Sala Parto dello stesso Ospedale e ciò, peraltro, comporta un aumento notevole dei ritmi e dei carichi di lavoro, a volte, insostenibili per le condizioni psico - fisiche delle stesse operatrici impegnate, attraverso l'istituto della reperibilità, alla copertura dei turni per l’assistenza alla Casa del Parto. Si fa presente che, per la tipologia e le modalità del travaglio/parto, la struttura della Casa del Parto dovrebbe garantire la copertura dei turni in tutte le 24 h. con due ostetriche a turno, mentre, attualmente, il servizio, essendo garantito attraverso l’istituto della reperibilità, non sempre assicurata, con difficoltà riesce a coprire un solo turno.




Appare evidente come le attuali condizioni non assicurino, non solo il funzionamento della struttura, ma il suo stesso destino, compromesso e messo in serio pericolo da condizioni insostenibili: non si può pensare, infatti, che lo svolgimento dell’attività ad essa collegata, e per la quale la struttura è stata finalizzata, possa essere assicurato esclusivamente, attraverso l’uso dell’istituto della reperibilità, dal già carente personale di ostetricia presente all’interno dell’Ospedale G.B. Grassi.
La conseguenza che ciò comporterebbe è quella che, a causa dei notevoli ritmi e dei gravosi carichi di lavoro sostenuti attualmente dalle operatrici, possano, esse stesse, vedersi costrette a rivedere la propria disponibilità alla copertura dei turni suddetti.
Una struttura definita spesso come “unica” al Centro Sud e che, anche noi, consideriamo importante per le donne, non può garantire, attualmente, lo svolgimento delle normali attività e la sua piena e completa funzionalità, senza che siano state affrontate e risolte le problematiche e le criticità esistenti, soprattutto quelle riguardanti l’assegnazione del necessario ed insostituibile personale ostetrico.
Scrivente O.S., nel segnalare e denunciare il rischio che le attuali condizioni possano essere motivo e strumento per cercare di non garantire più la continuità del progetto della Casa del Parto, chiede a tutti gli Organi ed i referenti Istituzionali e di Direzione Aziendale di promuovere, attivare ed adottare tutte le iniziative e le misure giuridiche, amministrative, tecniche e politiche necessarie per scongiurare il rischio di una eventuale chiusura della suddetta struttura.
Si suggerisce, a tal fine, per il reperimento del personale necessario, l’utilizzo della graduatoria del concorso per ostetriche indetto al San Camillo - Forlanini. Tale possibilità eviterebbe di indire, evitando costi inutili, un eventuale altro concorso.
Scrivente O.S. pur consapevole delle difficoltà di bilancio che investono la Regione Lazio e le Aziende UU.SS.LL., al di là del giudizio che su tale questione, la stessa ritiene di avere, reputa che, queste, non possano, e non debbano, rappresentare un elemento ostativo nel cercare di assicurare la piena realizzazione di quei progetti che, se realizzati realmente ed interamente, possono rappresentare una risposta qualificata alle politiche riguardanti la Tutela della Salute della Donna e del Bambino.
Inoltre, istituire e potenziare quegli interventi e quei servizi capaci di realizzare, attraverso un’adeguata ed appropriata organizzazione socio - sanitaria, quelle condizioni in grado di rispondere e meglio rispettare le necessità, i bisogni, i desideri e i diritti di salute della donna e del bambino, intervenendo altresì, attraverso la demedicalizzazione e la deospedalizzazione del parto, significa operare sul contenimento, sul risparmio e sulla razionalizzazione delle risorse economiche/finanziare, obiettivo tante volte inseguito, ma poche volte realmente perseguito, senza che a doverne pagare il prezzo siano, ancora una volta, le persone ed i cittadini stessi.
Certi di un vostro sollecito riscontro, si inviano i più distinti saluti.
Prot. AUSL RM/D
N° 56981 del 14 giugno 2010 p. il COBAS AUSL RM/D
I Delegati R.S.U.
Laura Mazzarella - Cesare Morra - Antonio Nocera

giovedì 10 giugno 2010

14 GIUGNO 2010 SCIOPERO PUBBLICO IMPIEGO PROCLAMATO DA USB-COBAS-SDL MANIFESTAZIONI A MILANO-ROMA-NAPOLI

LA PUBBLICA
AMMINISTRAZIONE
NON È IL BANCOMAT
DEL GOVERNO!
BANCHE,CORROTTI ED EVASORI:
ECCO CHI DEVE PAGARE
I COSTI DELLA CRISI
14 GIUGNO SCIOPERO GENERALE DEL PUBBLICO IMPIEGO
CONTRO LA MANOVRA,
CONTRO LA DEVASTAZIONE DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
MANIFESTAZIONI A ROMA, MILANO E NAPOLI