giovedì 23 febbraio 2012

I Pronto Soccorso e la Sanità nel caos? Ma di cosa ci si stupisce?!!!

Si sono accesi, quasi d’improvviso contemporaneamente, i riflettori sulla situazione e sulla condizione in cui si trovano i Pronto soccorso degli ospedali: si effettuano blitz di ogni tipo, si lanciano campagne mediatiche, ci si scandalizza e, giustamente ci si indigna, ma ciò che sta emergendo, come si cerca strumentalmente di far credere, non è frutto del caso e/o di qualche imperizia o “disfunzione” organizzativa/gestionale, che pure non mancano; certamente ci sono aspetti organizzativi e responsabilità gestionali nelle varie situazioni che riguardano la malasanità, ma si scoprono problemi e criticità con finto ed ipocrita stupore ed indignazione. Problemi e criticità che hanno, invece, cause ben precise e che sono conseguenza di quelle politiche attuate in tutti questi anni dai vari governi di Centro Destra e di Centro Sinistra attraverso il taglio delle risorse economico/finanziarie, del personale con il blocco del Turn Over, dei posti letto, con i tickets e con il depotenziamento della rete dei servizi socio sanitari pubblici.
In questo modo si sono favoriti interessi privatistici, da sempre presenti nella sanità, che hanno finito per fagocitare il Servizio Socio – Sanitario Pubblico infliggendo un duro colpo al Diritto alla Salute.
Servivano, forse, i Blitz per scoprire uno stato di cose che si poteva ben vedere, osservare, conoscere, se non persino prevedere? Sono mai state ascoltate le segnalazioni, le denunce delle tante e tanti lavoratrici e lavoratori che ogni giorno operano tra mille difficoltà e, a volte, in condizioni estreme per assicurare quei minimi livelli d’assistenza attualmente possibili?
Pensiamo, soprattutto che si sarebbero dovuti ascoltare le tante e i tanti cittadini che si vedono, non solo calpestare quel diritto alla salute, riconosciuto dalla Costituzione, ma la loro stessa dignità personale.
La sanità pubblica non ha bisogno di scoop mediatico/propagandistici, di blitz sensazionalistici, ma d’interventi e proposte concrete per affrontare le diverse e profonde problematiche e criticità esistenti. Crediamo, infatti, che, quanto stia accadendo nella sanità non sia solo il frutto di una “mala gestione”, ma, piuttosto, che la stessa “mala gestione” rientri nel progressivo processo di smantellamento del Servizio Sanitario Pubblico tendente a considerare i Beni Pubblici (Sanità, Istruzione, Trasporti, ecc.) dentro la logica del profitto e dell'interesse privato, trasformando, in questo modo, la salute, da Bene d'uso, in Bene di consumo.
Come Cobas dell’Asl Rm/D ribadiamo che la salute, cosi come la questione di tutti i Beni Comuni, sia fondante di un altro modello sociale, culturale, politico, di relazioni tra le persone ed è per questo che riteniamo necessario promuovere e lavorare per realizzare un forte movimento, che partendo dai Territori e dall’insieme delle realtà che ci vivono, muova ed agisca in difesa dei Beni Comuni, del Servizio Socio-Sanitario Pubblico e del Diritto alla Salute.
Roma, 22 febbraio 2012

Cobas Asl Rm/D
Il prossimo 5-6-7 Marzo si svolgeranno
le elezioni per il rinnovo delle Rappresentanze
Sindacali Unitarie (RSU). Queste elezioni
arrivano in un momento in cui diviene
ancora più forte l’attacco alle condizioni di
vita e di lavoro a causa dei provvedimenti e
dei contenuti delle varie manovre che si sono
susseguite dal Luglio 2011 fino ad oggi e che,
in continuità con il Governo Berlusconi, hanno
trovato con il Governo Monti una maggiore,
grave e pericolosa accelerazione e realizzazione
antisociale proprio perché ispirate da
quelle politiche economico/finanziarie/produttive/
speculative che sono la causa della
stessa crisi e che sono dettate ed appoggiate
da “istituzioni internazionali” come il Fondo
Monetario Internazionale (FMI) e la Banca
Centrale Europea (BCE) con l’assenso ed il
consenso della stragrande maggioranza delle
forze politiche del Paese sia di Centro-Destra
che di Centro-Sinistra.
Oggi, malgrado queste manovre “lacrime
e sangue” dettate e imposte dai governi
europei per ridare fiducia ai mercati
finanziari, senza nessun reale intervento per
fermare la speculazione finanziaria, si resta
in balia e sotto ricatto delle Agenzie di rating
con il rischio di spingere sempre più verso
l’abisso l’Europa e i popoli dei vari Paesi.
Un’Europa in cui i governi hanno consegnato,
per mano dei tecnocrati e banchieri, la sovranità
dei vari paesi, di cui fa parte l’Italia,
ad istanze sovranazionali, evidenziando, in
questo modo, ancor di più, la crisi profonda
della politica e della stessa democrazia.
Si parla di crescita, e bisognerebbe discutere
di quale crescita!
Secondo noi, essa non può che essere intesa
all’interno di uno sviluppo sostenibile, in
sintonia ed in armonia con l’uomo, con l’ambiente
e con la natura che lo circonda se si
vuole migliorare la vita delle persone e salvare
il pianeta da catastrofi epocali; ma in questo
scenario, nulla di ciò si intravede se non
il fatto che siamo in una profonda recessione
e davanti al rischio dell’aprirsi di una lunga
fase depressiva.
In soli pochi mesi, nel nostro paese,
sono stati inferti colpi feroci ai diritti e alle
condizioni di vita e di lavoro dei lavoratori,
dei precari, dei pensionati e di tutti coloro
che da sempre pagano i costi di politiche
economico/finanziarie imposte dai governi,
dai mercati, dalla finanza e dai poteri dominanti,
e questo senza toccare le spese militari,
( 131 cacciabombardieri F-35 al costo
base complessivo di 15 miliardi di euro) i
redditi, i privilegi e i grandi patrimoni dei veri
ricchi, quel 10% delle famiglie che possiedono
oltre il 50% della ricchezza del nostro
paese o quelli che evadono le tasse per oltre
120 miliardi (v.paradisi fiscali). Tali manovre
hanno approfondito ed acuito ingiustizie sociali
e disuguaglianze all’interno di un sistema
che non conosce equità, e questo in un
mondo dove l’1% della popolazione mondiale
impone il proprio potere ed i propri interessi
sul restante 99%.
Un sistema basato sulla progressiva
cancellazione di diritti, sullo sfruttamento,
sull’appropriazione e privatizzazione di
risorse e di Beni Comuni (trasporti, istruzione,
sanità, ecc.) che vede, inoltre, il continuo
tentativo d’annullare il risultato referendario
su acqua e servizi pubblici, che si vogliono,
invece, “concedere” alla logica del mercato,
del profitto e della speculazione privata, per
Diritti Salute Territor io
ALLE ELEZIONI PER IL RINNOVO DELLE RSU
DEL 5-6-7 MARZO 2012
NELL’ ASL RM/D VOTIAMO LA LISTA COBAS
DISTRIBUZIONE GRATUITA - febbraio - marzo 2012
Votare la lista COBAS vuol dire cercare di investire in noi stessi, nella capacità
di tornare ad essere protagonisti in prima persona del proprio destino,
della propria vita; non sentirsi “costretti” a consegnare a qualcuno
una delega in bianco, e diventare, così, spettatori passivi di decisioni e di
scelte prese e determinate da altri.
non parlare poi della svendita del patrimonio
e della ricchezza collettiva (demanio, beni
culturali e ambientali ecc..) e con interventi
che poco hanno a che fare con l’interesse e
l’utilità pubblica (v. TAV) e la conseguente devastazione
ambientale.
Riteniamo che non si possa prescindere
da questo stato di cose ed è una grave
responsabilità che le OO.SS. “maggiormente
rappresentative” CGIL, CISL, UIL non abbiano
sviluppato, su tali questioni, reali e concrete
iniziative di opposizione e di contrasto,
promuovendo, soprattutto, una discussione
ed un confronto tra tutte/i le lavoratrici/
tori proprio perché le conseguenze di queste
politiche ricadono pesantemente sulla vita
concreta delle persone, sui loro bisogni materiali
ed immateriali e sulle loro condizioni di
lavoro, generando quel senso di insicurezza
e precarietà che segna ormai ogni aspetto
dell’esistenza stessa delle persone.
Rientra in questo quadro l’attacco
portato alle lavoratrici e ai lavoratori del
settore pubblico da alcuni anni con salari
sempre più inadeguati a condurre una vita
dignitosa, con il blocco per legge dei contratti
e delle assunzioni, con i vari decreti emanati
prima dal Ministro Brunetta e poi, in modo
ancora più cruento, con le ultime manovre
che hanno introdotto l’ulteriore scempio del
sistema pensionistico, la minaccia sempre
più concreta di licenziamento, la deportazione
coatta dei dipendenti pubblici da un
settore all’altro e l’introduzione della Cassa
Integrazione, la cancellazione definitiva dei
contratti nazionali e di ogni residuo di democrazia
sindacale e dei diritti del lavoro, con
il peggioramento complessivo delle condizioni
lavorative che vedono accentuarsi un
sistema nel quale le gerarchie aziendali si
rapportano ai lavoratori esercitando sempre
più spesso pressioni, vessazioni, soprusi e
ferendo, mortificando ed umiliando così dignità,
diritti, competenze e professionalità. A
questo si aggiunge la totale assenza, in tutti
questi anni, di una reale rappresentanza dei
bisogni e dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici
per diretta responsabilità di Cisl, Uil
e Cgil che, ostacolando, se non impedendo,
qualsiasi processo e percorso di democrazia
partecipativa nei luoghi di lavoro, si sono
sentiti legittimati a sottoscrivere accordi
senza alcuna vera e certificata consultazione.
Inoltre, con il recente accordo del 28 giugno
scorso, firmato insieme alla Confindustria, si
sono anche dati la possibilità di firmare in
sede decentrata qualsiasi deroga al CCNL,
rendendo così ancora più debole la contrattazione
collettiva e, di fatto, rinunciando definitivamente
a mettere al centro dell’azione
sindacale la questione salariale e la difesa
dei diritti dei lavoratori.
Le manovre economico-finanziarie di
questi anni non hanno certamente risparmiato
il Servizio Socio Sanitario Pubblico
che sta subendo, di fatto, un vero e proprio
processo di progressivo smantellamento per
effetto di politiche e di interessi miranti a
trasferire e racchiudere settori fondamentali
del Paese (sanità, istruzione, trasporti, ecc.)
dentro la logica del profitto e dell’interesse
privato, trasformando così la Salute in un
Bene di consumo.
Gli stessi Piani di Rientro economico
e finanziario della Regione Lazio, dovuti
al profondo deficit di bilancio, frutto e
conseguenza di gestioni “allegre” e di politiche
inadeguate, sia da parte dei Governi
di Centro-Destra che di Centro-Sinistra, con
la conseguente riorganizzazione della Rete
Ospedaliera, hanno determinato un pesante
ridimensionamento dei Servizi Socio-Sanitari
Pubblici con una diminuzione dei posti letto e
la chiusura di vari reparti ospedalieri, senza
che vi sia stata una programmazione legata
ai reali bisogni e alle esigenze di salute della
popolazione e, soprattutto, senza che sia stato
promosso lo sviluppo ed il potenziamento
dei Servizi Socio-Sanitari Territoriali in modo
da poter realmente favorire quei processi e
quelle politiche, tanto auspicate e proclamate,
di deospedalizzazione e di integrazione
socio-sanitaria.
Tutto ciò, secondo noi, sta, di fatto, determinando,
in un progressivo processo di
privatizzazione, il depotenziamento e lo
smantellamento del Servizio Socio – Sanitario
Pubblico. Un Servizio Socio - Sanitario
che si trova, peraltro, schiacciato, nella sua
gestione, da logiche lottizzatrici, clientelari e
soggetto agli interessi del potere politico.
La lottizzazione, infatti, ha sempre caratterizzato
il Servizio Sanitario Nazionale
ed ha rappresentato una degenerazione
gravissima che è andata sempre più affermandosi
con l’introduzione della figura dei
Direttori Generali nelle Aziende Sanitarie ed
Ospedaliere con i quali si è cercato, apparentemente,
di dare risposte, in nome dell’efficienza
e dell’efficacia, ad un’idea di gestione
di carattere privatistico e falsamente manageriale,
come se i diritti e, soprattutto, la salute
delle persone, potessero essere considerati
una merce, un bene di consumo, ma che,
di fatto, per il ruolo e per il potere monocratico
e assoluto assegnato ai Direttori Generali,
non solo ha finito per mortificare, soffocare e
reprimere quell’idea di gestione democratica
e partecipata della Cosa Pubblica, che era
nello spirito riformatore della L.833/78, ma
ha finito per diventare strumento ed elemento
di occupazione e spartizione dello Stato
da parte dei partiti, con tutte le conseguenze
degenerative verso fenomeni di dominio,
clientelismo ed autoritarismo.
A conferma di tutto ciò, pensiamo sia
sufficiente osservare quanto è accaduto
in tutti questi anni, e quanto sta ancora
accadendo nella nostra Asl, dove si è assistito,
spesso nel silenzio e nella complicità
totale delle OO.SS “ maggiormente rappresentative”
CGIL – CISL – UIL, delle forze politiche
ed istituzionali a gestioni caratterizzate
da una concezione feudale e/o autocratica e
autoritaria con il piglio del “Comando” e del
“ Dominio” assoluti oppure a gestioni, all’apparenza
più rassicuranti ed efficientiste, ma
tutte, in ogni caso, unite dalla sola ed unica
preoccupazione di poter coltivare le proprie
ambizioni e la propria immagine e di dimostrare
quanto siano bravi ed efficienti nel far
quadrare i conti ed i bilanci. Gestioni caratterizzate,
inoltre, dall’assoluta assenza di ricerca
di un confronto e di una partecipazione
riguardo le scelte da adottare e, soprattutto,
senza considerare le conseguenze che tali
scelte e tali comportamenti determinano nei
confronti di coloro che ne sono i diretti destinatari:
i cittadini/utenti e le lavoratrici ed i lavoratori
che operano nei vari reparti e servizi
socio - sanitari.
In realtà, mentre le lavoratrici ed i lavoratori
cercano costantemente e quotidianamente,
tra le molte difficoltà ed
i profondi disagi, di “ fare Servizio Pubblico”
costoro, o meglio molti di questi Lor
Signori/e, erano e sono impegnati a “ Fare
Azienda”, comportandosi spesso come veri e
propri Sovrani e Padroni pensando e credendo
che la Cosa Pubblica sia “Cosa Loro” e,
questo, mentre le difficoltà, i disagi e le criticità
per le/gli operatrici/tori, per i servizi e le
strutture socio – sanitarie e, soprattutto, per
i cittadini/utenti, si fanno sempre più acute e
profonde.
Noi siamo convinti che, per poter rendere
più efficienti, più efficaci e, soprattutto,
più umani l’insieme dei servizi socio
sanitari dedicati alla cura e all’assistenza
delle persone e per cercare di renderli più
funzionali, questi, hanno bisogno di essere
“Governati” attraverso i percorsi, i processi e
gli strumenti della ricerca e della pratica della
Democrazia Partecipata, con il coinvolgimento
diretto ed indispensabile di tutte quelle
competenze, quei saperi, quelle sensibilità
presenti all’interno del Servizio Socio Sanitario
Pubblico rappresentato dalle molte e molti
operatrici ed operatori che vi lavorano.
Le nostre critiche e le nostre denunce,
in tutti questi anni, si sono sempre mosse,
al di fuori di qualsiasi compatibilità e opportunità
politico/sindacale/aziendale, per difendere
e affermare, in piena autonomia e libertà,
il senso di un essere ed un agire sindacale
“Altro”.
L’abbiamo fatto partendo sempre, solo
ed esclusivamente dal merito dei problemi
e delle questioni per segnalare e denunciare
le difficili condizioni di lavoro delle lavoratrici
e dei lavoratori, le criticità e le problematiche
dei vari servizi, l’inadeguatezza degli spazi e
delle strutture, le non trasparenti e corrette
Relazioni Sindacali e le politiche di gestione
del personale (trasferimenti, mobilità, avvisi
pubblici, consulenze, incarichi, ecc.) l’uso
razionale delle risorse economico/finanziarie
aziendali (Convenzione per il Progetto
dell’Ospedale di Comunità – Di Liegro, Merry
House) stando a fianco delle lavoratrici e dei
lavoratori in lotta in scadenza di contratto –
Ausiliari, Terapiste della Riabilitazione, ecc..
Abbiamo tentato di fare, pur con le nostre
difficoltà ed i nostri limiti, ciò che credevamo
fosse giusto e necessario, cercando, soprattutto,
di dar voce e rappresentare il disagio, il
malessere, le condizioni di tutte e tutti coloro
che ogni giorno, tra mille difficoltà, operano
per garantire livelli dignitosi di assistenza nel
solo interesse del Servizio Pubblico e del Diritto
alla Salute delle persone.
Quando nel 2007 come gruppo di lavoratrici
e di lavoratori decidemmo di
presentare, alle elezioni della RSU, per la
prima volta nella nostra azienda la Lista
Cobas, eravamo consapevoli delle responsabilità,
della complessità di una decisione
e delle difficoltà che avremmo incontrato nel
nostro cammino. Ci trovavamo, allora in un
clima, all’interno dell’azienda, di arroganza,
di inquietudine e di paura a causa di una
gestione autocratica ed autoritaria che finiva,
in una logica di Dominio, di Comando e di
“Controllo Totale”, per comprimere, limitare e
soffocare non solo diritti, tutele, dignità umane
e professionali, ma lo stesso esercizio
democratico della libertà di espressione
e di critica.
A tutto questo, nel più assoluto dei silenzi
complici ed omertosi dell’insieme
delle forze sindacali e politiche, ci siamo
opposti, alcuni di noi pagando anche dei
prezzi. Certamente, tali conseguenze possono
essere nel conto; è capitato e capiterà
sempre, ogni qualvolta qualcuno proverà ad
esprimere, una critica, un libero pensiero,
ogni qual volta proverà ad opporsi all’ordine
costituito, alle ingiustizie, ai soprusi, alla
sopraffazione dei Sovrani di turno, dei cosiddetti
Dominanti, di tutti i Potenti della terra,
ma siamo anche consapevoli che il lavoro, la
dignità, i diritti, nessuno li regala che, questi,
sono sempre stati conquistati con le lotte e
con la partecipazione di tutte e tutti coloro
che non accettano lo stato di cose presente;
così è stato e così sarà sempre.
Ma in questi anni, purtroppo, abbiamo
anche visto peggiorare le nostre condizioni
di vita e di lavoro a causa di salari
da fame, della carenza degli organici, delle
nuove forme di schiavitù che si esprimono attraverso
la precarizzazione del lavoro, la carenza
e l’impoverimento dei servizi sanitari,
sociali e culturali, che dovevano, e potevano,
soddisfare bisogni materiali e immateriali,
rendere dignitosa e serena la vita delle persone
e, tutto ciò, mentre sono aumentati i
profitti e le rendite finanziarie. Abbiamo visto
ferire, umiliare il nostro impegno, le nostre
professionalità, le nostre competenze, mortificare
le nostre idealità, le nostre speranze;
abbiamo assistito alla progressiva cancellazione
e polverizzazione del sistema di tutele
e delle libertà individuali e collettive, dei diritti
fondamentali come il lavoro, le pensioni,
la salute,la cultura, l’istruzione, la casa,
i trasporti; lo stesso diritto a decidere del
proprio tempo, per poterlo vivere, dividere e
condividere liberamente con i propri affetti, i
propri interessi, i propri svaghi.
Tutto questo non può non aver determinato
nel tessuto sociale e nella realtà
delle persone disaffezione, sfiducia, frammentazione,
solitudine, profondo e diffuso
malessere: una condizione che non ha trovato
e non trova ancora adeguata espressione,
visibilità e rappresentanza e che ha finito per
determinare una situazione di preoccupante
e pericolosa passivizzazione.
Sentiamo forte, in questa situazione
certamente difficile, se non si darà reale
rappresentanza e concrete risposte ai
bisogni, alle condizioni di vita e di lavoro
delle persone, il rischio che, il senso profondo
di un’ insicurezza sociale sempre più
acuta, possa scavare irrimediabilmente lacerazioni
profonde nel già fragile tessuto connettivo
del paese, nelle sue relazioni umane
e sociali, nella stessa capacità di essere e
divenire Comunità Solidale e sfociare, così
nell’intolleranza, nel razzismo, nell’indifferenza,
preda di derive populiste ed antidemocratiche.
E’ necessario, quindi, cercare di invertire,
correggere la rotta, tentare di arrestare
il declino, rispondere all’attacco che viene
portato alle condizioni di vita e di lavoro,
organizzando la protesta, l’opposizione, il
conflitto sociale; ritrovare e ridare slancio e
iniziativa a quel bisogno, ormai necessità, di
cambiamento e trasformazione profonda della
società che non è mai venuto meno, ma
che, nel corso di questi anni, è stato continuamente
soffocato, mortificato, ferito e che
ha prodotto un profondo distacco anche tra
le lavoratrici, i lavoratori e coloro che sono
chiamati a rappresentarli.
Un distacco enorme, profondo; un diffuso
clima di sfiducia, di rassegnazione,
di crescente passivizzazione, frutto e conseguenza
anche di determinate e deliberate
scelte politiche, di strategie e pratiche politico/
sindacali, che spingono, a volte le stesse
lavoratrici e gli stessi lavoratori verso la
ricerca di “ strategie personali” per trovare
risposte ai propri bisogni e riconoscimento
ai propri legittimi diritti che vengono, invece,
trasformati in “ favori da chiedere “ dentro
un sistema di potere, clientelare, vessatorio,
autoritario.
In questi anni, invece, la storia del movimento
sindacale ci ha insegnato che non
esistono diritti al di fuori della capacità di
conquistarli e difenderli. Purtroppo, oggi,
gli strumenti e le forme di rappresentanza
tendono a difendere e sostenere gli interessi
degli apparati politico/sindacali, finendo così
per trasformarsi in meri carrozzoni consociativi
e autoreferenziali.
Ma ciò non deve e non può costituire un
alibi, una giustificazione, un impedimento
per non tentare, per non cercare di sperimentare,
dal basso, nei luoghi di lavoro,
tra i lavoratori e le lavoratrici, nel territorio,
forme di democrazia diretta e partecipata
che, partendo dai bisogni e dalle condizioni
di vita e di lavoro delle persone, siano in
grado di ripensare e ridefinire, nella ricerca
del bene comune, il senso stesso dell’essere
e dell’agire sindacale e lo stesso concetto di
rappresentanza e rappresentatività.
Lo strumento sindacale è, secondo noi,
una necessità fondamentale delle lavoratrici
e dei lavoratori, è uno strumento
d’informazione, di confronto e di crescita; è
quello strumento che ci consente di creare
rapporti di forza necessari per affermare e
rappresentare le nostre idee, le nostre ragioni,
i nostri bisogni, i nostri diritti e le nostre
istanze.
Come Cobas dell’Asl Rm/D non ci nascondiamo
e non nascondiamo le difficoltà,
i limiti, le inadeguatezze, persino le ambiguità,
i vari collateralismi e le contraddizioni
che si sono espresse all’interno delle R.S.U.
dove non sono mancati anche momenti di
confronto acceso e momenti di tensione.
Non abbiamo esitato certamente a muovere
critiche alle R.S.U. per l’inadeguatezza, per i
ritardi e le resistenze che spesso erano da
ostacolo, penalizzando ed impedendo le iniziative
e l’azione della stessa RSU su questioni
importanti e fondamentali riguardanti
le Relazioni Sindacali e le condizioni di vita
e di lavoro delle lavoratrici e dei lavoratori,
le problematiche e le criticità delle strutture
e dei servizi e per la difesa del Servizio Socio-
Sanitario Pubblico, ma non abbiamo mai
smesso, anche nelle condizioni più difficili, di
impegnarci per cercare possibili sintesi unitarie.
Rappresentanze Sindacali Unitarie alle
quali si cerca di assegnare sempre più
un ruolo ed una funzione marginale e notarile,
schiacciate e soffocate, non solo da
norme che tendono a limitarne sempre di più
gli spazi, l’autonomia e il potere contrattuale,
ma soprattutto da modalità e da pratiche
degli apparati, facenti riferimento alle Organizzazioni
Sindacali “ maggiormente rappresentative”
CGIL – CISL – UIL, che dettano ed
impongono le loro scelte senza che, queste,
peraltro, siano mai sottoposte alla consultazione
e alla verifica dei destinatari di quelle
scelte, le lavoratrici ed i lavoratori.
Apparati e strutture sindacali che,
lungi dal costruire percorsi e processi di
democrazia partecipata, che a malapena
si rapportano con i propri iscritti, hanno per
le R.S.U. un “ interesse” solo strumentale:
quando devono imporre le proprie scelte
e/o condizionarne l’autonomia e quando, al
momento delle elezioni per il rinnovo delle
Rappresentanze Unitarie, debbono ridefinire
i loro rapporti ed equilibri di potere sia interni
che esterni alle stesse OO.SS.. Organizzazioni
Sindacali “maggiormente rappresentative”,
che, spesso, agiscono all’interno di un
sistema di Relazioni Sindacali in modo poco
trasparente e sovente volutamente confusionario
ed approssimativo, dove si fa fatica a
comprendere e a conoscere chi tratta cosa e
dove prevale e domina la pratica spartitoria,
clientelare, delle “trattative occulte” svolte
all’interno di qualche stanza separata, magari
per ritagliarsi qualche spicchio di potere
e/o di interesse (Posizioni Organizzative, trasferimenti,
ecc.).
A proposito delle Posizioni Organizzative
il Cobas Asl Roma/D ritiene, anche se le
attuali normative non hanno chiarito questo
aspetto, l’incompatibilità dell’incarico di P.O.
con quella del Delegato Sindacale, secondo
noi, determina un venir meno al ruolo di Delegato
che si troverebbe nella condizione di
dover rappresentare contemporaneamente,
sia le istanze delle/i lavoratrici/tori, le problematiche
e le criticità presenti nel luogo di
lavoro e, nello stesso tempo, le esigenze organizzative
aziendali. Ciò che viene a mancare,
in questo modo, è la libertà e l’autonomia
stessa del Delegata/o Sindacale.
Le elezioni per il rinnovo delle R.S.U.,
purtroppo diventano anche occasione di
vergognose esibizioni e di improvvise e
folgoranti “attenzioni” e “presenze” ai
fini della ricerca di un consenso e di un voto
che, senza alcun rapporto e confronto sui
problemi concreti e sulle condizioni di vita e
di lavoro esistenti, diviene così sempre più
passivizzato e mercificato.
Il rinnovo delle R.S.U., pensiamo, invece,
che possa rappresentare una importante
occasione di democrazia e di partecipazione
per intervenire sui rapporti di forza
esistenti e per rimettere al centro dell’azione
e dell’agire sindacale le condizioni, i diritti ed
i bisogni delle lavoratrici e dei lavoratori, la
difesa del Servizio Socio Sanitario Pubblico
inteso come bene d’uso non negoziabile e
un’ idea di democrazia basata sul principio
della partecipazione di tutti alle decisioni che
riguardano tutti.
Come Cobas dell’ Asl RM/D siamo impegnati
per realizzare percorsi e processi di
democrazia partecipata per cercare di costruire
un altro modello sociale, culturale,
politico, di relazioni tra le persone.
Noi crediamo, infatti, che è solo attraverso
una partecipazione attiva, un confronto
costante, una pratica sociale ed umana
“altra” nei posti di lavoro, nel territorio in
cui si vive, nel cercare di essere e divenire
comunità, che si possano creare le premesse
e le condizioni da cui ripartire, per
determinare dei cambiamenti reali nelle
condizioni di vita e di lavoro di ciascuno
e ciascuna di noi. La possibilità stessa per
rimettere in discussione, per ripensare e
ridisegnare non solo l’organizzazione del
lavoro, ma l’intero sistema di relazioni
umane e sociali, i tempi e i modi stessi
della vita delle persone, per una diversa
qualità del vivere.
Elezioni per il rinnovo delle R.S.U.
Roma, 5-6-7 Marzo 2012
Cobas Asl Roma D
Abbiamo ricevuto da una lavoratrice dell’Asl Rm/D questa lettera che
volentieri abbiamo deciso di rendere pubblica, mantenendo per ovvie ragioni
l’anonimato.
A Lei va tutto il nostro sincero e sentito ringraziamento per aver espresso
con questa lettera l’attenzione e la vicinanza a questo nostro percorso,
con la speranza che possa insieme ad altre/i continuare ad esprimerci
e a rappresentarci liberamente pensieri, idee,suggerimenti e critiche per
provare a realizzare tutte/i insieme, ogni giorno, in ogni luogo, il senso e
la ragione di un’appartenenza all’essere e al divenire comunità.
Voto lista cobas perché: . . . . . . !!!!!
Il 5/6 ed 7 marzo siamo chiamati, di nuovo, ad eleggere e scegliere
i rappresentanti sindacali per la nostra azienda. Questo lascia indifferenti
molti di noi. Perchè dovremmo avere un interesse a questo
voto?? Perché dovremmo avere voglia di esprimere una preferenza,
tra l’ uno o l’altro.
La difficile situazione che sta attraversando il Paese ed il mondo
intero, ci fa vivere sensazioni di timori, preoccupazioni, rabbia ed
impotenza. Nelle nostre singole vite il cammino diviene sempre più
faticoso, senza adeguati sostegni nelle difficoltà di ogni giorno. Le
famiglie sono lasciate in totale solitudine ad affrontare mille impegni.
Le situazioni di fragilità tutte, le disabilità, la malattia non vengono realmente
tutelate e protette. Nei luoghi di lavoro, ci sentiamo, sempre
più, solo pedine, in mano a poteri interessati, che rispondono a logiche
ed interessi sempre più lontani dai bisogni della collettività, dai
nostri interessi. Abbiamo assistito, ed assistiamo, a scelte e decisioni
distorte, prive di logiche apparenti, risultato di giochi politici e compromessi.
Negli ultimi mesi si sta sempre più consolidando un vuoto,
(probabilmente voluto) nei vertici gestionali aziendali che sta portando
ad una paralisi, che non ci permette di garantire le attività istituzionali
aziendali, che sono il “dare salute”, e che non ci consente di svolgere
il nostro lavoro con coscienza e dedizione.
Con tali premesse, è del tutto spontaneo il senso del rifiuto, quasi del
disgusto, il disinteresse generalizzato, ed una sorta di “autoalienazione”,
e questo malessere, inevitabilmente, si traduce, nella mancanza
di voglia di partecipazione. Ci allontaniamo rinchiudendoci in piccoli
mondi privati.
Eppure, forse, un minuto andrebbe speso per riflettere su una semplice,
ma fondamentale, considerazione: l’incontro di tante energie
singole, confinate nel loro piccolo mondo, la ricchezza di percorsi ed
esperienze diverse, la ricerca di una senso di appartenenza, forse
possono, ancora, far rinascere quel senso e quella passione di un
agire diverso. Possono diventare una forza che potrà realizzare un
cambiamento, una società più sana, più giusta e capace di rendere
migliore la nostra vita.
Lo strumento sindacale è, sempre, una necessità fondamentale dei
lavoratori, è il mezzo attraverso il quale possiamo affermare i nostri
diritti ed avere garanzie di tutela negli ambienti di lavoro.
I Cobas, nella loro prima esperienza in Azienda, hanno dimostrato una
attenzione alle condizioni dei lavoratori, continua. Denunciando, con
coerenza, impegno e puntualità, e totale imparzialità, azioni e gestioni
poco trasparenti e troppo interessate. Il percorso difficile che hanno
condotto, spesso contrastato, è stato sempre in difesa dei diritti dei
lavoratori tutti. Sono stati la testimonianza di un sindacato “pulito”, a
volte anche emarginato per le posizioni prese e per il rifiuto, deciso,
ad ogni compromesso. Spesso scomodi, e troppe volte voce solitaria,
sempre, comunque alla ricerca di una condivisione e di una partecipazione
per un cammino comune. Con la stessa determinazione,
con tutte le gestioni che si sono susseguite in questi anni, hanno
chiesto chiarezza e rivendicato il diritto ad confronto su quanto ci
accadeva intorno. Pensiamo ai lavori di ristrutturazione nei Cantieri
del S.Agostino, alla battaglia per la Casa del Parto Acqualuce, alle
molteplici questioni legate alla gestione del personale (regole trasparenti
per mobilità e trasferimenti, le proroghe dei contratti a tempo
determinato, richiesta di nuovo personale per consentire condizioni di
lavoro più accettabili al personale in servizio). E da ultimo, le recenti
vicende a seguito delle denunce sugli incarichi affidati a professionisti
esterni e delle segnalazioni di una gestione poco razionale delle risorse
pubbliche. Questi momenti, ricordati sommariamente, di impegno
e di battaglie, sono l’essenza del ruolo di un sindacato pulito.
Ed è proprio per reagire allo stato di rassegnazione e di passivizzazione,
che ormai ci pervade, per gridare tutta la rabbia, per non “normalizzare”
quelle gestioni “interessate” che calpestano i nostri diritti,
alle prossime elezioni per le RSU ho deciso di votare la Lista COBAS.
Questa scelta deve essere il primo passo di un percorso da intraprendere
per migliorare le nostre condizioni di vita e di lavoro, diventando
tutti dei soggetti attivi realmente protagonisti delle scelte che ci
riguardano.
Per non sottoscrivere una delega in bianco a quei delegati sindacali
prodighi di tante attenzioni e simpatie “del momento”, ma sistematicamente
assenti durante tutto il periodo dell’incarico sindacale. Per
non barattare, quindi, il voto in cambio di qualche promessa o di rassicuranti
sorrisi, mercificando così la nostra stessa dignità, voglio sostenere
un sindacato che, posso affermare, nonostante ogni difficoltà,
si è dimostrato sempre presente, indipendente, ed impegnato nella
continua difesa delle condizioni, dei diritti e dei bisogni dei lavoratori.
Senza “contropartite” in cambio.
Ed è per queste ragioni che, infine, voglio esprimere, a tutti gli amici
Cobas candidati e non, l’augurio più sincero di raggiungere un risultato
“significativo” alle prossime elezioni per tutto quanto sino ad
ora è stato fatto, ma, e soprattutto, per tutto quanto ancora ci sarà da
fare.!!! Buone elezioni ed in bocca al lupo a tutti !!!!!
Elezioni per il rinnovo delle R.S.U.
5 - 6 - 7 Marzo 2012
Una Lavoratrice Asl Roma D
ITACA
Quando ti metterai in viaggio per Itaca
devi augurarti che la strada sia lunga,
fertile in avventure e in esperienze.
I Lestrigoni e i Ciclopi
o la furia di Nettuno non temere,
non sara` questo il genere di incontri
se il pensiero resta alto e un sentimento
fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.
In Ciclopi e Lestrigoni, no certo,
ne’ nell’irato Nettuno incapperai
se non li porti dentro
se l’anima non te li mette contro.
Devi augurarti che la strada sia lunga.
Che i mattini d’estate siano tanti
quando nei porti - finalmente e con che gioia -
toccherai terra tu per la prima volta:
negli empori fenici indugia e acquista
madreperle coralli ebano e ambre
tutta merce fina, anche profumi
penetranti d’ogni sorta; piu’ profumi inebrianti che puoi,
va in molte citta` egizie
impara una quantità di cose dai dotti.
Sempre devi avere in mente Itaca -
raggiungerla sia il pensiero costante.
Soprattutto, non affrettare il viaggio;
fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio
metta piede sull’isola, tu, ricco
dei tesori accumulati per strada
senza aspettarti ricchezze da Itaca.
Itaca ti ha dato il bel viaggio,
senza di lei mai ti saresti messo
sulla strada: che cos’altro ti aspetti?
E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso.
Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso
gia` tu avrai capito cio` che Itaca vuole significare.
Kostantin Kavafis
POLITICHE DI GESTIONE DELLE RISORSE UMANE E
PROFESSIONALI
Nel corso di questi anni le politiche di Gestione delle Risorse Umane
sono state spesso strumento di un’idea del potere che ha contribuito,
anche insieme alle politiche economico/finanziarie portate avanti dai
vari Governi di Centro Sinistra e di Centro Destra, a dissipare risorse
realizzando nei fatti una rete di piccoli/grandi interessi, particolarismi
e clientele, soffocando energie, competenze, saperi, sensibilità dentro
una logica ed un’idea proprietaria e feudale della “ Cosa Pubblica”.
In particolare nell’Azienda Asl Rm/D l’uso e la gestione delle Risorse
Umane e Professionali è stato troppo spesso caratterizzato da criteri
e comportamenti arbitrari e discrezionali, dettati dalla logica delle
clientele, dei favoritismi o da quella ricattatoria delle minacce e delle
vessazioni, lesivi, non solo dei diritti, ma della stessa dignità umana e
professionale delle lavoratrici e dei lavoratori.
Ciò ha finito per generare tra e nei lavoratori/trici, condizioni di incertezza,
sudditanza e sottomissione, con la logica conseguenza di
costringere, le/gli stesse/i, alla ricerca di “ strategie“ personali, “prigionieri”
di pratiche sindacali e di Dirigenti aziendali nella speranza
e nell’aspettativa di vedersi riconoscere e affermare bisogni e diritti
altrimenti negati.
La gestione delle Risorse Umane e Professionali, all’interno dell’Azienda,
con particolare riferimento alla mobilità ed ai trasferimenti,
necessitano, invece, di politiche ed interventi adeguati in grado di
garantire, in modo oculato ed appropriato, sia un’equa distribuzione
e razionalizzazione delle stesse in rapporto ai ruoli, alle qualifiche,
alle competenze e alle professionalità nelle rispettive assegnazioni e
collocazioni, sia il rispetto di quei criteri e quei principi di correttezza
e trasparenza (graduatorie, avvisi e bandi di mobilità, ecc.) necessari
per assicurare certezza e tutela del diritto, nonché dignità umana,
professionale e lavorativa a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori,
nell’esclusivo interesse della funzionalità ed efficienza del Servizio
Socio Sanitario Pubblico.
LE ESTERNALIZZAZIONI
Le esternalizzazioni sono entrate ormai pesantemente nella organizzazione
sanitaria pubblica.
Occorre ricordare che queste inizialmente erano destinate ai servizi
“ausiliari” , quali i servizi di pulizia, di manutenzione, delle mense
ecc.., ma negli ultimi anni hanno interessato anche l’erogazione di
servizi e prestazioni sanitarie.
Le argomentazioni che maggiormente vengono addotte da parte delle
Amministrazioni Pubbliche, che hanno effettuato tali scelte, sono la
flessibilità, la riduzione dei costi e la possibilità di “aggirare” il blocco
delle assunzioni vigenti nel pubblico impiego, trasferendo, così, capitoli
di spesa dei bilanci aziendali, dalla voce “personale” alla voce
“beni e servizi”.
Quando, invece, queste motivazioni sono state valutate approfonditamente
e correttamente si è potuta evidenziare l’assoluta antieconomicità
dell’esternalizzazione rispetto alle attività direttamente erogate
dalla pubblica amministrazione.
In questo modo non si è fatto altro che favorire esclusivamente interessi
privatistici a danno della qualità dei servizi generando un peggioramento
delle condizioni di vita e di lavoro delle lavoratrici e dei
lavoratori coinvolti che si trovano spesso ad operare in condizioni di
estrema precarietà.
LA PREOCCUPANTE SITUAZIONE
ECONOMICO-FINANZIARIA
IN CUI VERSA IL SISTEMA SANITARIO REGIONALE.
Gli esperti del ministero denunciano: “situazione fuori controllo, si
spende troppo per consulenze, farmaci e accordi con i privati. Un buco
di 841 milioni di euro. E questa situazione sanitaria potrebbe avere
pesanti ripercussioni sull’assistenza ai cittadini e sull’occupazione”.
Questa l’estrema sintesi di quanto è emerso nella riunione congiunta
del Tavolo Tecnico per la verifica degli adempimenti regionali con il
Comitato permanente per la verifica dei Livelli Essenziali di Assistenza
del 14 dicembre 2011.
Il Lazio è un “sorvegliato speciale” perché ha un deficit sanitario
che sfiora il miliardo di euro.
Visto il «grave ritardo con cui sta procedendo nell’adozione dei provvedimenti
di attuazione del Piano di rientro e del mancato rafforzamento
della governance regionale del sistema», i controllori hanno
deciso che non procederanno allo sblocco dei fondi finché la Regione
Lazio non rispetterà gli impegni presi per abbattere il deficit. E
mentre si depotenziano i servizi e le strutture socio – sanitarie per la
carenza del personale, anche a causa del blocco del Turn – Over, proseguono
allegramente il ricorso alle consulenze, agli accreditamenti
alle strutture private e il trasferimento delle attività specialistiche al
convenzionamento esterno.
Basti vedere quanto è avvenuto nella nostra ASL e da noi segnalato
alla Procura Regionale della Corte dei Conti con gli incarichi e consulenze
assegnate e il convenzionamento con il Policlinico “ Di Liegro”
( Merry House) mentre, di fatto, diminuiscono i posti letto nel P.O.
G.B.Grassi.
E se non puoi la vita che desideri
E se non puoi la vita che desideri
cerca almeno questo per quanto sta in te:
non sciuparla nel troppo commercio con la gente
con troppe parole e in un viavai frenetico.
Non sciuparla portandola in giro in balìa
del quotidiano gioco balordo degli incontri e degli inviti
fino a farne una stucchevole estranea.
Constantinos Kafavis, da “Cinquantacinque Poesie
1. il rinnovo dei contratti pubblici con un recupero salariale
automatico al reale costo della vita;
2. l’eliminazione del lavoro precario e atipico nelle pubbliche
amministrazioni e la stabilizzazione attraverso l’assunzione
a tempo indeterminato dei lavoratori precari esistenti;
3. il superamento del blocco delle assunzioni e l’adeguamento
degli organici per garantire, qualitativamente e
quantitativamente, idonei livelli assistenziali;
4. il superamento delle esternalizzazioni, delle consulenze e
degli incarichi ad esterni per l’abbattimento dei costi e la
valorizzazione delle risorse umane e professionali esistenti;
5. il rispetto dell’applicazione dell’istituto giuridico del lavoro
straordinario, che non può e non deve essere utilizzato
come fattore di programmazione e organizzazione del
lavoro e, la garanzia che quando questo viene svolto,
venga remunerato; eventuali recuperi possono essere
effettuati solo ed esclusivamente su richiesta del lavoratore
(art. 34 C.CN.L del 7.04.1999);
6. l’affermazione e la difesa di tutti i diritti sindacali:
libertà di assemblea e uguali diritti sindacali per tutte le
Organizzazioni Sindacali e per i lavoratori/trici;
7. lo sviluppo di democratiche, adeguate e trasparenti
Relazioni Sindacali, sia nel rapporto tra gli Organi di
direzione aziendale e le OO.SS., sia tra questi e le lavoratrici/
lavoratori attraverso l’informazione ed il coinvolgimento e
la consultazione;
8. le elezioni dei Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza
(RLS), cosi come previsto dall’art.47 del d.Lgs.81/2008
(tutela della salute e della sicurezza sul posto di lavoro)
ed il rafforzamento e la piena applicazione del sistema di
prevenzione previsto dal decreto stesso;
9. La maggiore democrazia e trasparenza nella gestione,
attraverso anche la pubblicizzazione dei bilanci, degli
Organismi Sociali, che, ricordiamo, appartengono ai
lavoratori, perché, da loro, sono finanziati;
10. la revisione e/o revoca della Convezione con il Policlinico
Portuense Spa per il Progetto Ospedale di Comunità;
11. l’incompatibilità, o quanto meno l’inopportunità, nello
svolgimento della funzione sindacale da parte di un
delegato che abbia nello stesso tempo l’incarico di
Posizione Organizzativa;
12. la realizzazione di una reale programmazione ed un riordino
dei servizi socio sanitari, definendo principi e priorità in
rapporto, soprattutto, alle risorse umane e professionali
attualmente presenti nel rispetto e nell’interesse delle
condizioni di vita e di lavoro delle lavoratrici, dei lavoratori
e dei cittadini/utenti.
13. la richiesta della definizione di un sistema di regole nella
gestione del personale che assicurino tutele, certezza del
diritto e trasparenza in merito ai trasferimenti, agli incarichi,
alle assegnazioni;
14. Il reale potenziamento dei Presidi Ospedalieri G.B.Grassi e
CPO e delle strutture e dei servizi socio sanitari territoriali
(Consultori, TSMREE, DSM, CAD, Sert) e l’avvio di reali
processi di integrazione socio- sanitaria;
15. l’ adeguamento ed il potenziamento dei programmi
informatici in uso, attualmente poco funzionali;
Votare la lista COBAS vuol dire cercare di investire in noi stessi,
nella capacità di tornare ad essere protagonisti in prima persona
del proprio destino, della propria vita; non sentirsi “costretti” a
consegnare a qualcuno una delega in bianco, e diventare, così,
spettatori passivi di decisioni e di scelte prese e determinate da
altri.
Il nostro impegno, i nostri programmi, i nostri progetti, il nostro cammino per:
Il nostro agire non ha mai voluto essere, e mai lo sarà, espressione di una “delega”, ma impegno, passione,
ragionamento costante e quotidiano per cercare di promuovere e realizzare insieme a tante e tanti altre/i,
processi e percorsi di democrazia partecipata e per dare voce, sempre in piena e totale libertà ed autonomia,
al di fuori di qualsiasi strumentale calcolo politico/sindacale, a quelle istanze ed a quei bisogni di giustizia, di
uguaglianza e di libertà per cercare di cambiare, in un continuo divenire, la nostra vita.
X BARRARE IL SIMBOLO DELLA LISTA COBAS
SI POSSONO DARE 2 PREFERENZE INDICANDO ACCANTO IL NOME E COGNOME DEI CANDIDATI
Per contatti: e-mail: listacobasrmd@gmail.com; Blog - listacobasrmd.blogspot.com;
Cobas ASL RM/D
Elezioni RSU 5-6-7 Marzo 2012
Vota Lista COBAS
La NOSTRA, la VOSTRA LISTA dei CANDIDATI ASL ROMA D
MORRA CESARE Ass.te Amm.vo
MAZZARELLA LAURA Coll. Prof.le San.Infermiere
NOCERA ANTONIO Coll. Amm.vo Prof.le
AMMATURO SOFIA MARIA L. Coll. Prof.le San. Ostetrica
BALDINI SONIA Coll. Prof.le San. Fisioterapista
BEA FABIANA Ass.te Amm.vo
CANTARINI VINCENZINO Coll. Prof. San. Esperto Infermiere
DI MASCIO AMBRA Ass.te Amm.vo
GRASSO LOREDANA Coll. Prof.le San.Infermiere
LI VOLTI GIUSEPPINA Ausiliario Specializzato
LINETTI LUCILLA Coll. Prof.le San.Infermiere
LIPPI MAURIZIO Coll. Prof.le San.Infermiere
MINIOTO CORRADO Coll. Prof.le San.Fisioterapista
MOGHETTI ROBERTA Coll. Prof.le San.Infermiere
PIERMARIA CLAUDIA Coll. Prof.le San.Infermiere
RESTA ARMANDO Coll. Prof.le San.Infermiere
TASSONE ANNA Coll. Prof.le San.Infermiere
VIRTU’ CATERINA Coll. Prof.le San.Infermiere
ZOLITO MARINA Coll. Prof.le Assistente Sociale

giovedì 16 febbraio 2012

…..A proposito dell'Assemblea al G.B. Grassi....

In riferimento all'Assemblea, organizzata dalla RSU, tenutasi in data 15.02.2012, all'ospedale Grassi, ci sarebbe molto da riflettere e da dire sull'atteggiamento di OO.SS., delegati e/o aspiranti tali (escluso l'impegno di alcuni).
In questo periodo, indubbiamente concentrati, prevalentemente, ciascuno a perseguire la propria "propaganda" elettorale, attraverso lusinghe, attestati di buona volontà e "pressioni", sembra essere sfuggita l'importanza della presenza degli stessi e, soprattutto l'invito a lavoratrici e lavoratori di partecipare all'Assemblea in programma. Abbiamo potuto constatare, infatti, che molti non ne erano neanche a conoscenza né, peraltro, si sono viste locandine affisse, al di fuori di quelle elettorali. Nulla è stato fatto, in un momento così difficile, per favorire proprio quella presenza e partecipazione attiva che si sviluppa attraverso l'informazione ed il confronto che sono la base dell'agire sindacale e delle pratiche della democrazia. Si è preferito "boicottare", di fatto, la riuscita stessa dell'assemblea proprio perchè si ritiene più comodo e "produttivo" il sindacalismo parolaio, il mercimonio piuttosto che il dialogo, il ragionamento e il libero, franco, leale confronto delle idee e delle opinioni.
Evidentemente molti di "lor signori" son o anche più portati a "servire il padrone di turno" e a rispondere agli "ordini di scuderia", concependo, in questo modo, la rappresentanza e la rappresentatività sindacale come mera e sola espressione di potere.
Noi, come Cobas ASL RM/D, da sempre, rifiutiamo il concetto della delega e rivendichiamo il nostro impegno per la riuscita del Sit-in svoltosi nella stessa giornata.
Non ci stancheremo, partendo solo ed esclusivamente dal merito dei problemi e delle cose che riguardano, soprattutto, le condizioni di vita e di lavoro delle lavoratrici e dei lavoratori, nonché la difesa del Servizio Socio Sanitario Pubblico, di adoperarci nel ricercare sempre una sintesi unitaria, ma non esiteremo a denunciare, evitando, come sempre, strumentali, pretestuose, inutili polemiche, a batterci contro tutte quelle ipocrisie, quelle doppiezze, quei collateralismi e quegli opportunismi che sono da sempre da ostacolo al libero confronto e alla partecipazione democratica, a tutela e nell'interesse delle lavoratrici ed i lavoratori. Lo faremo alla luce del sole insieme a tutte e tutti coloro che sentono il bisogno, la necessità di lottare per cambiare lo stato delle cose presenti.
Il Cobas ASL RM/D nel ribadire il suo impegno, ringrazia tutte e tutti coloro che hanno contribuito, malgrado ciò, alla riuscita del Sit-in promosso e indetto dalla RSU e dalle OO.SS. Mediche.
Cobas ASL RM/D

Diritto al buono pasto/diritto d’assemblea.

Al Direttore Generale Aziendale f.f. Dr.ssa Anna Rosalba Buttiglieri
Al Direttore Amministrativo
Dr.Massimiliano Gerli
Al Direttore Area Risorse Umane e Professionali e Affari Generali
Dr. Filippo Coiro
Al Dirigente U.O.C. Acquisizione Forniture Beni e Servizi
D.ssa Diana Pasquarelli
e,p.c Al Consiglio delle/i Delegate/i R.S.U.




Scrivente O.S. è venuta a conoscenza che nel mese di gennaio c.a., non sono stati riconosciuti i buoni pasto a quelle lavoratrici e a quei lavoratori che hanno partecipato alla Assemblea indetta dalla RSU aziendale il giorno 7 Dicembre u.s..
Tale decisione sarebbe scaturita dall’applicazione/interpretazione del nuovo regolamento aziendale, secondo il quale il buono pasto verrebbe erogato dopo l’effettuazione di almeno 8 ore dell’attività di servizio.

La Scrivente O.S. non può non rilevare come tale decisione appaia in contrasto con il diritto dei lavoratori alla partecipazione alle assemblee sindacali.
Si fa presente che il diritto di partecipazione alle assemblee è previsto, in applicazione dell‘art. 20 dello Statuto dei Lavoratori, dal CCNL che stabilisce…: “I dipendenti hanno diritto a partecipare, durante l’orario di lavoro, ad assemblee sindacali, in idonei locali concordati con le aziende per n° 12 ore annue pro capite senza decurtazione della retribuzione.

Negare il diritto al buono pasto al dipendente che partecipa ad una assemblea sindacale, utilizzando il monte ore annuo assegnatogli, rappresenta, di fatto anche una riduzione della retribuzione, finendo, in questo modo, di ledere la piena facoltà del lavoratore ad esercitare i propri diritti sindacali e, quindi la possibilità di incorre in un comportamento antisindacale.
Tutto ciò appare maggiormente inaccettabile considerando le difficoltà che si trovano ad affrontare attualmente i lavoratori dipendenti sia per il mancato rinnovo dei contratti di lavoro, sia per le recenti manovre economico/finanziarie che hanno determinato anche il blocco dei contratti stessi. A questo si aggiungono gli incrementi generalizzati di spesa riguardanti i beni di largo consumo, le utenze e le varie imposte, determinando, in questo modo, un’inesorabile riduzione del potere d’acquisto delle lavoratrici e dei lavoratori.


La Scrivente O.S., ha già in precedenza affrontato la problematica dei tickets/buono pasto (Nota del 25/08/2008 Prot. aziendale n° 68954) sottoponendo, inoltre, la proposta che l’Azienda
facesse fronte, anche in parte alla ritenuta che viene trattenuta nella busta paga dei dipendenti, per il recupero della quota di € 1,03 per ogni tickets buono pasto, venendo in questo modo incontro ad una, pur parziale, rivalutazione dello stesso.
A tale fine, scrivente O.S. suggerisce di verificare la possibilità di utilizzare parte di quei fondi a disposizione dell’azienda provenienti da privati.

Scrivente O.S. ritiene che le oggettive difficoltà economiche in cui le stesse Aziende sono costrette ad operare, a seguito delle indicazioni generali di risparmio che devono osservare, non possono ricadere sulle lavoratrici e sui lavoratori che si vedono, ogni giorno sempre più, svilire e cancellare diritti e mortificare le già difficili condizioni di vita e di lavoro.
Si richiede, pertanto, di rivedere l’ interpretazione applicativa del regolamento riconoscendo il diritto al buono pasto a quelle lavoratrici e a quei lavoratori che hanno partecipato, e parteciperanno in seguito, alle assemblee sindacali.

In attesa di un sollecito riscontro, si porgono Distinti saluti.

Prot. Asl
n° 13551 del 14 febbraio 2012




p. il Cobas Asl Rm/D
le/I Delegate/i R.S.U.
Laura Mazzarella - Antonio Nocera - Cesare Morra

sabato 4 febbraio 2012

Silenzio,….la Direzione dell’Asl Rm/D “parla”, “smentisce” e ….. si arrampica sugli specchi!!!

Abbiamo appreso del Comunicato Stampa diramato dalla Direzione Aziendale della Asl Roma D il giorno 27 Gennaio 2012, in merito alla segnalazione/esposto presentata dal Cobas Asl Roma D alla Procura Regionale della Corte dei Conti su alcuni provvedimenti adottati dalla stessa Direzione Aziendale.
Siamo ben lieti che, dopo ripetute segnalazioni sulle questioni oggetto del nostro esposto, apparse già in passato, anche a mezzo stampa, e dopo che da mesi vengono segnalate e denunciate da più parti problematiche e criticità dei servizi socio-sanitari della Azienda, la Direzione Generale della Asl abbia manifestato, anche se con un notevole, sintomatico ritardo, un segno di “vitalità”.
Lo fa cercando di dare l’impressione di smentire quanto da noi sostenuto, dichiarando, per esempio, che anche grazie al lavoro svolto dai consulenti in questione sarebbe riuscita a sanare un disavanzo pregresso di 12 milioni di Euro.
Non ci sembra che nessuno abbia negato la professionalità e l’impegno dei consulenti, oggetto della segnalazione, ma alcune domande, come si dice, sorgono spontanee:
- era, ed è comunque, compito della Direzione Aziendale, secondo le indicazioni della Regione Lazio, provvedere all’attuazione del Piano di Rientro adottando tutte le misure necessarie? Anche se, secondo noi, molto si potrebbe dire, se e come questo è avvenuto;
- i compiti e le funzioni che sono sono stati affidati ai professionisti esterni, non potevano essere svolti da competenze e figure professionali interne all’Azienda, attraverso il supporto, la collaborazione e la sinergia delle diverse articolazioni, compresi il Collegio di Direzione, il Consiglio dei Sanitari. Tali compiti e funzioni rientravano, in ogni caso, nelle prerogative sia del Direttore Sanitario sia del Direttore Amministrativo, tuttora non nominato, come da noi sostenuto nella nota del 22.09.2011 prot.Az. n. 87513, in un momento, peraltro, dove è imposto l’obbligo di razionalizzazione e contenimento dei costi?
- come si spiega, poi, il notevole anticipo, rispetto alla loro naturale scadenza giuridica -31.03.2012 -, con il quale si è provveduto a disporre la proroga degli incarichi in oggetto, andando, peraltro, di fatto, a vincolare con tali decisioni i successivi vertici aziendali, considerato, peraltro, che solo dopo POCHI giorni l’allora Direttore Generale Prof. Ferdinando Romano sarebbe andato a ricoprire altri incarichi presso la Regione Lazio? E poi, è lecito sapere se, attualmente, i professionisti incaricati svolgono, ancora, funzioni e compiti strettamente inerenti all’interesse dell’Azienda? Quali e dove?
- per quanto riguarda i fondi utilizzati, tenuto conto che l’uso dei fondi privati era l’unico consentito per il conferimento di nuovi incarichi, ex art. 7 comma 6 del D.Lgs. 165/2001, secondo quando previsto dal Decreto del Commissario ad Acta del 31/12/2010, n° 113, la Direzione non crede che, comunque, tali somme sarebbero potute essere destinate ad altro, per esempio, visto il delicato momento e le difficoltà economicO/finanziarie, all’acquisto di attrezzature sanitarie e scientifiche?
- per quanto riguarda invece l’Ospedale di Comunità facciamo notare che, malgrado sia stato ampiamente denunciato quanto segnalato alla Corte dei Conti, non risulta nessuna comunicazione formale, pubblicizzazione, della revisione della Convenzione, di cui si è venuti a conoscenza non dalla Direzione Aziendale, ma solo attraverso la dichiarazione del Presidente della Commissione Regionale Servizi Sociali Dr. Maurizio Perazzolo (Il Messaggero del 27.01.12) e questo solo dopo l’annuncio della nostra segnalazione/esposto.
Fermo restando che si ribadisce quanto segnalato, ci riserviamo ulteriori valutazioni, dopo aver avuto modo di conoscere i contenuti della Convenzione modificata.
Appare singolare, inoltre, che la Direzione Aziendale si faccia portavoce del Policlinico Di Liegro nell’anticipare la volontà, in questo caso della proprietà dello stesso, “di agire nelle sedi più opportune per dimostrare che quanto detto non corrisponde a verità”.
Si ricorda che la O.S. scrivente ha investito formalmente e direttamente, sia la stessa Azienda, sia la Regione Lazio e, considerata l’assenza di alcun riscontro, ha interessato la Procura Regionale della Corte dei Conti, organo preposto alla verifica ed al controllo. Si conoscono, forse, sedi più opportune di queste?
Noi siamo disponibili al confronto in ogni sede.
Forse, nell’esigenza di assicurare un’ immediata risposta, visto il rilievo dato alle questioni suddette da parte degli Organi d’informazione, la Direzione Aziendale si è “dimenticata” di rispondere alle altre due questioni rappresentate nella nostra nota di segnalazione:
- la singolarità riguardante il fatto che una unità di personale, chiamata in “comando” a ricoprire un incarico per “impellenti” esigenze della Direzione Aziendale, venga, successivamente, e solo a distanza di pochi mesi, “distaccata” presso Uffici Regionali ai quali vengono trasferiti “il potere direttivo, di controllo e disciplinare per l’attività lavorativa “ della stessa e, questo, con oneri a carico dell’ Azienda Asl Rm D;
- l’affidamento alla Società ISSOS Servizi Global Consulting S.r.l. di un’attività di formazione on the job per il personale Dirigente coerente con i nuovi ruoli e le nuove funzioni previsti nell’adottando Atto di Autonomia Aziendale. Sarebbe interessante, a tale proposito, considerato che non risulterebbe essere stata trasmessa alla Regione Lazio nessuna proposta di Atto aziendale, conoscere quale tipo di attività di formazione, e nei confronti di quali Dirigenti, sarebbe stata svolta.

Il Cobas Asl Roma D resta in fiduciosa attesa.
Roma, 28/01/2012

Cobas Asl Rm/D