lunedì 21 maggio 2012

Orario di lavoro personale comparto – pausa pranzo, buoni pasto.

Al Commissario Straordinario dell’ Asl Rm/D Dott. Vitaliano De Salazar Al Direttore Sanitario Aziendale Dr.ssa Anna Rosalba Buttiglieri Al Direttore Amministrativo Dr. Massimiliano Gerli Al Direttore Area Risorse Umane e Affari Generali Dott. Filippo Coiro e,p.c. Al Consiglio dei Delegati della R.S.U. Scrivente O.S. con la presente intende rappresentare una serie di problematiche che sono emerse a seguito di alcune disposizioni aziendali riguardanti l’espletamento di procedure che, secondo noi, evidenziano incongruenze e criticità che non solo recano disagio alle lavoratrici ed ai lavoratori destinatari delle stesse, ma anche agli uffici preposti alla relativa parte tecnico/amministrativa. Tra queste, riteniamo ci siano quelle riguardanti le disposizioni sul Regolamento del Servizio di Mensa e del Servizio Sostitutivo di mensa ( Prot. n° 2495 del 11.01.2012) sulla Pausa pranzo ( circ. Prot. 15191del 17/02/2012, ) e sull’ Orario di lavoro del personale del Comparto (circ. n° 34293 del 16.04.2012 e n° 37656 del 26.4.2012). Tale serie di disposizioni e normative riguardano la disciplina e la regolamentazione di alcuni elementi come l’orario di lavoro, la pausa mensa, i buoni pasto, ecc., che sono e dovrebbero costituire, in ogni caso, elemento di confronto e di contrattazione. Tali problematiche vengono affrontate attraverso una concezione semplificatrice che risponde unicamente ad una logica limitatrice e di “controllo” e, pur partendo dall’esigenza di affrontare e rimuovere eventuali elementi di difformità presenti, finisce inevitabilmente per costituire, attraverso l’inserimento di inutili e pretestuose rigidità e in assenza di un reale verifica e circostanziato approfondimento, disagio e difficoltà per le lavoratrici e per i lavoratori ed elemento di confusione e difficoltà nell’organizzazione dei vari servizi. Difficoltà che si misurano anche in termini di aggravamento delle criticità già esistenti, come quelle riguardanti in particolar modo la carenza del personale, nei ritmi e nei carichi di lavoro per quegli uffici che sono preposti alla verifica e all’applicazione degli adempimenti burocratico/tecnico/amministrativi richiesti dalle varie procedure. Inoltre la serie di circolari, spesso di non facile lettura, che si sono susseguite e, in alcuni casi, non pervenute in alcuni uffici e servizi, non hanno fatto altro che creare un senso di disorientamento tra le lavoratrici ed i lavoratori. L’adozione di tali provvedimenti, a volte tra l’altro contraddittori tra loro, sta generando non poche difficoltà e confusione come, per esempio, quelli riferiti alle “ Modalità di gestione delle ore eccedenti il debito orario” che “impongono” procedure che contrastano con gli orientamenti più generali della Pubblica Amministrazione in merito alla progressiva informatizzazione e scomparsa del materiale cartaceo (v. anche nota della U.O.C. Affari Generali, Studi e Documentazione, prot. n° 105778 del 16/11/2011) anche in ragione di un possibile risparmio dei costi che questo comporta ( consumo di carta, toner, ecc.). Tale pletora di provvedimenti, inoltre, non favorisce lo snellimento e la sburocratizzazione della varie attività, ma comporta, invece, l’aumento dei ritmi e dei carichi di lavoro già di per sé molto impegnativi ( v. trasmissione giornaliera all’Ufficio Rilevazione Presenze di riferimento per il riconoscimento nella procedura informatizzata – Cod. K?!!!) con rischi elevati di errore che potrebbero verificarsi nell’esecuzione delle operazioni da compiere ai fini della procedura per l’elaborazione del conteggio delle ore e/o delle relative spettanze. L’intento dichiarato dell’Azienda sarebbe quello di pervenire ad una regolamentazione e ad una più uniforme disciplina delle materie riguardanti l’orario di lavoro, la pausa mensa, ecc., magari cercando di “ correggere” storture e comportamenti “ impropri”, ma ciò, secondo noi, evidenzia invece, una vera volontà ed intento di demonizzazione e colpevolizzazione indiscriminata e generalizzata, che finisce così, di fatto, per deresponsabilizzare ulteriormente i singoli Dirigenti che dovrebbero svolgere anche il ruolo e la funzione di verifica e controllo all’interno di ogni singola Unità Operativa, correggendo eventuali abusi e storture. Si eviterebbero, in questo modo, inutili ed ingiuste generalizzazioni, attraverso l’adozione di provvedimenti improvvidi ed, in ogni caso, inefficaci, nonché dal carattere “vessatorio”. Ci riferiamo anche, in particolar modo, alla rigidità inserita con il “blocco della procedura informatizzata di rilevazione presenze” degli orari di uscita dal turno di servizio. La disposizione fa riferimento ad ore in eccedenza, ma, per esempio, nel caso di ritardi che non possono essere recuperati in giornata o in caso di richiesta di permessi personali, peraltro già riconosciuti dalle normative contrattuali e quindi già autorizzate dal Dirigente Responsabile o da chi ne fa le veci, si deve richiedere ulteriore autorizzazione? Che senso ha, inoltre, stabilire che i ritardi non recuperati in giornata, necessitano di ulteriore autorizzazione del Dirigente Responsabile? Ci si chiede e chiediamo perché, invece di richiamare i Dirigenti Responsabili alla loro funzione, si inseriscono strumenti, peraltro problematici ed inefficaci, penalizzando, di fatto, le lavoratrici ed i lavoratori? Ci sembra che, in tal modo, vengono immessi inutili e generalizzati elementi di rigidità, non tenendo conto delle funzioni, attività, competenze ed organizzazione dei singoli uffici e servizi, che spesso possono trovarsi ad affrontare situazioni non programmate e programmabili. In tali casi e in determinate situazioni come può il Dirigente Responsabile autorizzare preventivamente i minuti e le ore eccedenti? Sembra che non si abbia conoscenza e consapevolezza delle difficoltà che attraversano i vari uffici e servizi che si trovano a garantire la funzionalità e l’efficacia delle varie attività a fronte, inoltre, di una grave e cronica carenza di personale (v. per esempio servizi socio-sanitari, servizi aperti al pubblico, ma anche alcune attività svolte negli uffici tecnico/amministrativi che richiedono, a volte, una maggiore flessibilità). Scrivente O.S. intende inoltre richiamare all’attenzione alcune problematiche emerse nell’applicazione della circolare aziendale del 17/02/2012, Prot. 15191 a firma del Direttore Area Risorse Umane, Dott Filippo Coiro, con la quale viene disposta la procedura della pausa pranzo dopo le 6 ore per il personale infermieristico afferente al presidio Casal Bernocchi, come già avveniva per il personale tecnico/amministrativo. Riteniamo che tale materia avrebbe richiesto, prima di introdurre elementi di “perequazione”, in termini restrittivi e penalizzanti per tutti, una verifica, uno studio ed un approfondimento, proprio per evitare il determinarsi di disagio e difficoltà per le lavoratrici ed i lavoratori, come quelle che sono state segnalate per il conteggio del debito orario proprio perché, tale applicazione, di fatto, costringe le lavoratrici ed i lavoratori a recuperare minuti/ore mancanti, nelle giornate di rientro pomeridiano, salvo vedersi decurtata la prevista mezzora di pausa, non venendo incontro, in questo modo, alle esigenze, ai bisogni e alle difficoltà oggettive riguardanti i tempi di vita delle persone. Contiene, inoltre, elementi contraddittori tra i tempi della pausa pranzo fissati dopo 6 ore e quelli per l’attribuzione del buono pasto riconosciuto dopo 8 ore di servizio. In considerazione della complessità della materia, l’amministrazione avrebbe anche potuto, peraltro, prima di adottare provvedimenti dal carattere perentorio e definitivo, assumere percorsi e modalità di natura sperimentale per poi verificare, nel corso dell’applicazione, eventuali problematiche e difficoltà, ai fini di una più aderente regolamentazione, sia in rapporto alla funzionalità dei servizi, sia in riferimento alle esigenze, ai bisogni e ai diritti delle lavoratrici e dei lavoratori. Scrivente O.S. esprime quindi la totale contrarietà per il metodo adottato sino ad oggi dagli Organi di Direzione dell’Azienda perché ritiene che tali problematiche siano elemento e prerogativa di contrattazione decentrata che, nel caso venga elusa, come effettivamente avvenuto, attraverso scelte e disposizioni adottate in modo unilaterale, senza confronto, approfondimento, preventiva, formale informazione e successiva approvazione delle Rappresentanze Sindacali, costituisce, di fatto, una violazione delle normali e corrette relazioni sindacali. Scrivente O.S. coglie infine l’occasione per ribadire quanto già espresso e rappresentato con nota del 25/08/2008 Prot. aziendale n° 68954, con la quale si proponeva all’Azienda di far fronte, anche in parte, alla ritenuta trattenuta nella busta paga dei dipendenti, per il recupero della quota di € 1,03 per ogni tickets buono pasto, venendo, così, incontro ad una, sia pur parziale, rivalutazione dello stesso, attraverso la verifica della possibilità di utilizzare i fondi, provenienti da privati, a disposizione dell’Azienda. Scrivente O.S. chiede, pertanto, in ragione della già richiamata complessità, la revoca dei provvedimenti adottati e la revisione, in sede di contrattazione decentrata, di tutta la materia riguardante il debito orario, pausa pranzo e buoni pasto. Distinti saluti Prot. Asl n° 44918 del 21 maggio 2012 p. il Cobas Asl Rm/D i Delegati R.S.U. Corrado Minioto – Cesare Morra – Antonio Nocera

domenica 20 maggio 2012

Politiche di Gestione delle Risorse Umane e Professionali – Comandi e Incarichi.

Al Commissario Straordinario dell’ Asl Rm/D Dott. Vitaliano De Salazar Al Direttore Sanitario Aziendale Dr.ssa Anna Rosalba Buttiglieri Al Direttore Amministrativo Dr. Massimiliano Gerli Al Direttore Area Risorse Umane e Affari Generali Dott. Filippo Coiro e,p.c. Al Consiglio dei Delegati della R.S.U. Scrivente O.S. ha avuto modo di affrontare, in diverse occasioni, attraverso note e prese di posizioni pubbliche, una serie di problematiche riguardanti la “Gestione delle Risorse Umane e Professionali” nella Asl Roma D, mettendo l’accento su come queste (comandi, incarichi, assunzioni, mobilità, trasferimenti, ecc.) necessitavano di interventi adeguati al fine di garantire, in modo oculato ed appropriato, sia un’equa distribuzione e razionalizzazione delle risorse stesse in rapporto ai ruoli, alle qualifiche, alle competenze e alle professionalità nelle rispettive assegnazioni e collocazioni, sia il rispetto di quei criteri e quei principi di correttezza e trasparenza ( v. graduatorie, avvisi e bandi di mobilità, ecc.) necessari per assicurare certezza e tutela del diritto, nonché dignità umana, professionale/lavorativa a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori. Riteniamo che affrontare tale problematica si rendeva e si rende oggi ancor più necessario in considerazione delle limitazioni derivanti dal blocco del Turn – Over, soprattutto per quelle Regioni, come il Lazio, sottoposte al Piano di rientro a causa del deficit di bilancio in ambito sanitario, che ha imposto ed impone continue, progressive, riduzioni della spesa di beni e servizi e, soprattutto, una razionalizzazione ed un contenimento della spesa del personale. E’ di pochi giorni fa la notizia del taglio dei finanziamenti, da parte del Governo Nazionale, alla Regione Lazio, a seguito di quanto emerso nell’ incontro del Tavolo Tecnico per la verifica degli adempimenti, tenutosi in data 3/04/2012; tra le diverse eccezioni sollevate alcune riguardano, appunto, il costo del personale (quasi 3 mld di €). Ciò, non può non determinare ulteriori pesanti ricadute e conseguenze considerata la grave e preoccupante carenza cronica del personale che, con le diverse professionalità coinvolte, sta mettendo in seria difficoltà le strutture ospedaliere ed i servizi socio-sanitari territoriali della Asl Rm/D. Tra le diverse segnalazioni che questa O.S. ha rappresentato e che, con questa nota intende riproporre, ci sono alcuni rilievi e considerazioni riportate in precedenti note indirizzate alle istituzioni regionali, ai vertici aziendali ed alla Corte dei Conti, in merito ad alcuni provvedimenti adottati dalle precedenti Direzioni della Asl Roma D per l’affidamento di incarichi a professionisti esterni. Tra queste, con nota del 22/09/2011, Prot. Asl Rm/D n° 87513, sono state evidenziati quei provvedimenti, adottati dalla Direzione dell’Asl Rm/D, riguardanti “gli incarichi conferiti e prorogati, peraltro, con notevole ed ingiustificabile anticipo rispetto alla scadenza giuridica, all‘Avvocato Paolo Maselli, all’ Avv. Egidio Russo e al Dr. Domenico Crisara’ per costi complessivi pari a € 210.179,89 (deliberazione n° 1201 del 16 Settembre 2011) andando, peraltro, di fatto, a vincolare con tali decisioni i successivi vertici aziendali. Incarichi affidati a professionisti esterni chiamati a svolgere funzioni e competenze adducendo a motivazione che non sarebbero state rinvenibili “all’interno della struttura aziendale una figura (delle figure) professionale/i che possa (no) svolgere le diverse e specifiche attività …”. Restano più che plausibili dubbi, non solo in merito alla vera funzione svolta dai Professionisti incaricati, ma sulla loro stessa “presenza all’interno dell’Azienda”. La Scrivente O.S. ha,altresì, denunciato, nota in data 08.11.2011, Prot. Az. n° 102711, le disposizioni aziendali con le quali veniva disposto (atto n. 1284 del 29.09.2011) il distacco di una unità in comando nella Asl Roma D, presso gli Uffici della Direzione Regionale della Programmazione e Risorse del Servizio Sanitario Regionale con oneri economici a carico del bilancio della Azienda Asl Rm D. Comando cessato, anticipatamente, solo dal 01 gennaio 2012, con deliberazione n. 103 del 28.02.2012. L’adozione di questi provvedimenti, come di altri riguardanti per es. le Convenzioni per il Progetto Ospedale di Comunità, segnalati da questa O.S. con nota del 21/11/2011, Prot. Az. n° 107173 e quelli riguardanti l’affidamento del Programma di Screening mammografico e la realizzazione del progetto del “Centro di Cura per la Donna e la Famiglia presso il Policlinico di Liegro, segnalato con nota del 17/04/2012, Prot. Az. n° 34582, sono apparsi, anche alla luce delle difficoltà gestionali dell’Asl Roma D, dove nell’arco di un solo anno si sono alternati Commissari, Sub Commissari, Direttori e Direttori f.f. e in assenza, peraltro, del nuovo Atto di Autonomia Aziendale, caratterizzati da dubbie scelte che poco o nulla sembrano avere a che fare con gli interessi e le ragioni funzionali/organizzative della stessa Azienda. Scrivente O.S., non avendo avuto riscontro alcuno alle segnalazioni/istanze sopra indicate, ha ritenuto dover inviare in data 25/01/2012 una nota alla Procura Regionale della Corte dei Conti (Prot. Az. n° 7935 del 26/01/2012 ) ai fini di una verifica di ipotesi di responsabilità erariale in merito ai richiamati provvedimenti. Tali scelte, orientamenti e provvedimenti Aziendali si sono consolidati anche con alcune recenti disposizioni come quella adottata con Delibera n. 269 del 20/04/2012, con la quale sono state conferite le funzioni di direttore della U.O.C. Ortopedia e Traumatologia del P.O. G.B. Grassi, in attesa di un nuovo concorso, al Dr. Vincenzo Castelli, con una posizione di comando per la durata di tre anni presso l’Azienda Rm/D dal 1/04/2012. Tale ulteriore provvedimento suscita non poche perplessità, soprattutto in considerazione del fatto che, a seguito del collocamento in quiescenza del precedente direttore della Ortopedia, Dr. Carmine Di Croce, era già stato individuato, con Deliberazione n. 501 del 22.04.2012, nel Dr. Silvio Papitto il nuovo Responsabile facente funzioni dell’Ortopedia al quale, in ogni caso, tale incarico non risulta attualmente essere stato revocato. Scrivente O.S., alla luce di quanto sopra segnalato, richiede, pertanto, la revisione di tutti i suddetti provvedimenti ancora vigenti e/o la revoca degli stessi, in particolar modo per quelle consulenze che non trovano una reale, effettiva e specifica corrispondenza funzionale/organizzativa, ampiamente motivata e documentata, in rapporto alle strette e dirette esigenze dell’Azienda Asl Rm/D, anche in considerazione degli oneri economici che continuano a gravare sul bilancio aziendale per le remunerazioni di tali prestazioni. In attesa di riscontro si porgono Distinti saluti Prot. Asl Rm/D n° 43029 del 15/05/2012 p. il Cobas Asl Rm/D i Delegati R.S.U. Corrado Minioto - Cesare Morra - Antonio Nocera

Utilizzo fondi produttività.

Al Commissario Straordinario dell’ Asl Rm/D Dott. Vitaliano De Salazar Al Direttore Sanitario Aziendale Dr.ssa Anna Rosalba Buttiglieri Al Direttore Amministrativo Dr. Massimiliano Gerli Al Direttore Area Risorse Umane e Affari Generali Dott. Filippo Coiro e,p.c. Al Consiglio dei Delegati della R.S.U. Scrivente O.S. ha già avuto modo di rappresentare con nota del 6 aprile u.s., Prot. Asl n° 31791, la problematica dei fondi in giacenza della produttività per gli anni che vanno dal 2006 al 2009, fondi che ammonterebbero a circa 2 milioni di €. Tale problematica, ai fini di una pronta e sollecita soluzione, è stata altrettanto rappresentata, in data 12 aprile u.s., Prot. Az. N° 33717, dalla RSU aziendale; malgrado ciò non vi è stata a tutt’oggi alcuna formale risposta da parte degli organi di Direzione Aziendale, nonostante che il riconoscimento e, quindi la distribuzione a ogni singolo lavoratore e lavoratrice (circa 500 €.) delle spettanze suddette, dovrebbero rappresentare da parte dell’Azienda un “ Atto dovuto” ed una delle priorità, in considerazione, come veniva anche ricordato nella nostra precedente nota, che diventano sempre più scarse le possibilità per le lavoratrici ed i lavoratori di vedersi riconosciuti anche pur minimi adeguamenti salariali a causa del blocco del rinnovo dei contratti e, quindi, della cancellazione, di fatto, di tutti i miglioramenti normativo/economici ( v. fasce, buoni pasto e la stessa produttività) tenuto, altresì conto che la crisi ecomomico/finanziaria sta oggettivamente mettendo in seria e profonda difficoltà le già precarie condizioni di vita e di lavoro delle lavoratrici e dei lavoratori. Scrivente O.S. non può, con l’occasione, non ribadire le proprie critiche al modo come l’Azienda, sino ad oggi, ha assunto atteggiamenti bivalenti, dimostrando: da una parte solerzia di intervento nell’applicazione di istituti normativi, peraltro senza alcun confronto verso quelli che sono, in ogni caso, elementi della contrattazione ( v. disciplina orari, pausa mensa, buoni pasto, ecc. ) e, dall’altro, appunto, atteggiamenti dilatori e/o “distratti” verso quei diritti e quei legittimi riconoscimenti degli strumenti e degli istituti, che rappresentano, in ogni caso, anche se in minima parte, quel salario accessorio divenuto sempre più indispensabile. Scrivente O.S., nel sollecitare codesta Direzione aziendale ad adottare provvedimenti urgenti per una positiva soluzione della suddetta problematica, coglie l’occasione per esprimere al nuovo Commissario, oltre all’augurio di buon lavoro, l’auspicio che possa essere realizzato, in discontinuità con il passato, un più corretto percorso nel Sistema delle Relazioni Sindacali basato principalmente, nel rispetto e nell’autonomia dei ruoli e delle reciproche posizioni, sull’idea di una gestione democratica e partecipata della Cosa Pubblica. In attesa di un sollecito riscontro si porgono Distinti saluti. Prot. Asl Rm/D n° 43023 del 15/05/2012 p. il Cobas Asl Rm/D i Delegati R.S.U. Corrado Minioto – Cesare Morra – Antonio Nocera

domenica 13 maggio 2012

ASL ROMA D: ....E' NATO L'ATTO AZIENDALE...

A poche ore dall'insediamento di un nuovo Commissario, Dott. Vitaliano De Salazar in sostituzione del Direttore Generale f.f., è stato ufficializzato, in data 11 maggio u.s. l'Atto di Autonomia Aziendale a firma dell'uscente Direttore Generale f.f., Dr.ssa A.R. Buttiglieri. Come mai, ci chiediamo, e chiediamo, esce solo ora un Atto Aziendale a firma di un Direttore Generale facente funzione, peraltro uscente? E come mai, con tutti i problemi e le criticità che ci sono nelle varie strutture e nei Servizi Socio Sanitari, dopo un anno e più di balletti tra Commissari, Sub Commissari, Direttori e Direttori facenti funzioni, viene dato un incarico, peraltro a tempo, ad un nuovo Commissario che ricopre anche il ruolo di Direttore Generale del P.O. “ L. Spallanzani”, invece di nominare direttamente un Direttore Generale a tutti gli effetti? E' difficile ora dare una lettura complessiva di quanto sta accadendo, ma, indubbiamente, tutto ciò è la conseguenza, pensiamo, dei delicati e precari equilibri politico/istituzionali presenti nella Regione Lazio che probabilmente riflettono anche quelli più generali presenti nel paese e che sono tra le cause dello stato di confusione ed ingovernabilità vissuto sino ad oggi nella nostra Azienda. Forse sono questioni che dovremmo affrontare attraverso il confronto e la discussione, ma non ci nascondiamo le difficoltà che derivano anche dai ritardi, se non dall'inadeguatezza sindacale. In ogni caso continueremo a sollecitare l'indizione di assemblee con e tra le lavoratrici ed i lavoratori per divenire protagonisti e non semplici spettatori di questo stato di cose. Cobas Asl Rm/D Roma, 12/05/12

lunedì 7 maggio 2012

PAROLA D’ORDINE: ZITTE E LAVORATE…… PER SALVARE LA CASA DEL PARTO?

Passate le feste gabbate lo santo dice un vecchio detto, ma si può considerare quanto mai più calzante se si guarda alla storia della Casa del Parto “Acqualuce” situata presso il P.O. G.B. Grassi. Inaugurata l’ 8.3.2009 dall’allora Direttore Generale, dopo incredibili annunci, smentite e contraddizioni, (v. Comunicato Stampa Aziendale 5.12.2008) come quello che prevedeva inizialmente, il trasferimento del Consultorio Familiare di Ostia, dal Sant’Agostino all’interno della stessa struttura, poi trasferito, invece, in un vergognoso mini appartamento di “ due camere e cucina” ( il terzo consultorio?…sic!!!). Alla presenza di esponenti e rappresentanti delle istituzioni (Regione Lazio, Municipio) e delle forze politiche e sindacali, tra squilli, feste, microfoni e riflettori, si diede vita all’esperienza della Casa del Parto, una struttura definita tra le “uniche” al Centro Sud per garantire il percorso del parto spontaneo, evitando l’ospedalizzazione della gestante. Ci s’impegnò, anche attraverso un verbale d’intesa tra l’Azienda, la RSU e l’Assemblea delle Donne, per l’istituzione di un Tavolo di Confronto per la programmazione condivisa delle problematiche del Materno Infantile. Tavolo immediatamente disatteso per volontà della stessa Direzione aziendale. Dopo solo circa un anno, nel luglio 2010, e con soli 30 parti effettuati, l’attività della Casa del Parto, a dimostrazione della più totale assenza di volontà di programmazione e di organizzazione, venne formalmente sospesa per l’incredibile assenza degli adempimenti da parte della Regione Lazio, quali la definizione/collocazione giuridico/normativa della struttura, l’adeguamento dei percorsi di emergenza-urgenza e, soprattutto, per l’insufficienza del personale ostetrico che non permetteva il pieno e completo funzionamento della struttura. Fu poi la stessa Presidente della Regione Lazio, On. Renata Polverini, a seguito della lotta e delle iniziative promosse dal “Comitato a Difesa della Casa del Parto e dei Servizi Materno Infantili”, ad impegnarsi per rilanciare la struttura e per garantirne la piena funzionalità, attraverso la ricerca di soluzioni delle criticità esistenti soprattutto con riferimento alla carenza del personale ostetrico. Anche qui, altra festa, altri annunci, altri microfoni e riflettori e….altro Tavolo di Confronto, caduto, dopo solo qualche incontro, nel dimenticatoio della Regione Lazio e dell’Azienda Asl Rm/D. Risultato? Approvazione del “Profilo Assistenziale per l’assistenza al travaglio e parto fisiologico extraospedaliero in case di maternità e a domicilio”…….. “Protocollo per le Case di Maternità” (Decreto del Commissario ad Acta, n° U0029 del 01 aprile 2011) con la definizione di “Acqualuce” come Casa di maternità intraospedaliera, realizzazione del progetto di "messa in sicurezza" (Tunnel sic!!!), proroga su proroga della sperimentazione. E per quanto riguarda la dotazione organica, quella che costituiva e che a tutt’ora costituisce il vero problema da sempre esistente…? NULLA, SOLO ORECCHIE DA MERCANTE DA PARTE DELLA REGIONE LAZIO E DELLA ASL!!! Per questi Lor Signori, pur di salvare la “faccia” almeno sino alle prossime elezioni, la Casa del Parto “Acqualuce”, deve continuare a “ funzionare” costi quel che costi, senza la necessaria dotazione organica: solo ed esclusivamente attraverso lo strumento della reperibilità, reso per l’occasione obbligatorio. Ciò, non solo non permette il pieno e completo funzionamento della struttura (parti nel 2012 n° 5 al 3 maggio 2012 per un totale di n° 59 dal 2009) ma sottopone, altresì, le lavoratrici a ritmi e turni di lavoro alla lunga umanamente insostenibili, con inevitabili conseguenze sulla loro salute e condizione psico – fisica, tenuto anche conto della delicatezza delle diverse funzioni che le stesse si trovano a svolgere nelle varie attività (Blocco Parto, Pronto Soccorso Ostetrico, Reparto di Ostetricia/Ginecologia) e considerando che per tutte queste attività sono presenti 26 unità, di cui solo una minima parte (17) turnante in h 24, e nulla è stato fatto per assegnare il necessario personale ostetrico dedicato. A proposito della carenza del personale ostetrico ci chiediamo, e chiediamo, se siano state espletate le procedure per le sostituzioni di maternità. Questa O.S., impegnata da anni nel segnalare e nel denunciare questo stato di cose, anche quando in molti hanno preferito non vedere e/o tacere per non disturbare il manovratore e/o per poter, così, partecipare alla grande saga della propaganda buona per ogni occasione, atteggiamento, peraltro, non nuovo (v. le tante partecipate inaugurazioni della Casa della Salute della Donna e del Bambino – Sant’Agostino) ritiene inaccettabile la decisione di rendere obbligatorio l’istituto della reperibilità che mortifica e ferisce la dignità, i diritti, la salute proprio di quelle lavoratrici - le Ostetriche - che in tutti questi anni hanno manifestato concretamente, malgrado tutte le difficoltà, dedizione, partecipazione e professionalità. Dichiara, pertanto, la propria solidarietà ed il proprio sostegno alle lavoratrici e allo stato di agitazione indetto dalla R.S.U. affinchè venga immediatamente revocata per il personale ostetrico l’obbligatorietà dell’istituto della reperibilità. Cobas asl Rm/D