giovedì 17 dicembre 2015

ENNESIMO CAMBIAMENTO ALLA DIREZIONE DELL'ASL RM/D? SIAMO ALLE SOLITE!!!



             Come in un grande valzer e il consueto "gioco delle tre carte" di una   "Classe politica" che  ha smarrito ormai anche il pur minimo sentimento di vergogna, è possibile che ci si trovi ancora una volta (quante sono stati in questi anni? …Si è perso il conto!!!), davanti all'ennesimo possibile cambio nella gestione della Direzione dell'Asl RmD.

             Questo sembra ormai il "destino" che incombe,  nella Asl Rm/D, dopo la nomina a nuovo Direttore generale Salute e Politiche Sociali della Regione Lazio del Dr. Vincenzo Panella, attuale (?) Direttore Generale dell'Asl Rm/D.
             La Regione Lazio intende indubbiamente proseguire con la farsa della rotazione degli incarichi, delle nomine,fatte su misura al fine di consolidare logori equilibri di potere, magari  fingendo di voler governare  quel "Sistema Sanità" che dovrebbe tutelare quel Diritto alla Salute sancito dalla Costituzione?

             Non ci si venga a raccontare che ciò risponde alle esigenze di  rinnovamento, di razionalizzazione e di efficientamento della spesa pubblica e nella gestione delle Aziende Sanitarie perché, in realtà, quanto avviene, da anni, secondo una chiara strategia del CAMBIARE TUTTO PER NON CAMBIARE NULLA, non fa che generare e alimentare il caos, la confusione, l'indeterminatezza, perché quello che si sta perseguendo e realizzando è, ormai,  un reale e progressivo processo di smantellamento, di depotenziamento del Servizio Socio Sanitario Pubblico che ha il solo e d unico scopo di favorire equilibri di potere politico/istituzionali  e la  privatizzazione di ogni Bene Pubblico.

     SIAMO ORMAI ALL'INGANNO ISTITUZIONALIZZATO!!!


Cobas Asl Rm/D

Applicazione Legge 161/2014 – Orario di Lavoro - problematiche e criticità.

Al Direttore Generale
Dr. Vincenzo Panella
Al Direttore Sanitario
D.ssa Flavia Simonetta Pirola
Al Direttore Amministrativo
Dr. Paolo Farfusola
Al Direttore Area Risorse Umane e Affari Generali
Dr. Filippo Coiro
Al Direttore Sanitario P.O. G.B. Grassi
Dr.ssa Paola Masala
Al Coordinamento Aziendale
delle Professioni Sanitarie e Sociali
Al Responsabile S.A.I. P.O. G.B. Grassi
Dr. Luciano Pietrarelli
e, p.c.  Al Consiglio Delegate/i della R.S.U.


                A pochi giorni dell’entrata in vigore della Legge 161/2014 (Legge Europea 2013 – Bis) che prevede  (Art. 41 per la Dirigenza Medica e Art. 17 per il Ruolo Sanitario) 11 ore di riposo giornaliero, massimo 48 ore di lavoro settimanale compreso lo straordinario, 24 ore di riposo settimanale e almeno 4 setttimane di riposo annuale, forte è il disagio, lo stato di confusione, di indeterminatezza che vede coinvolti il personale sanitario ( medici, infermieri, etc.) per non parlare del rishio di gravi disservizi che potrebbero verificarsi nei vari reparti e attività e, soprattutto, in quei reparti di particolare delicatezza ed emergenza (v. Pronto Soccorso, Sala operatoria, ecc. ) che si trovano ad operare già in notevole difficoltà e criticità a causa della grave carenza di personale presente presso le Strutture Sanitarie Ospedaliere.
              Malgrado l’applicazione di tale normativa fosse già prevista, nulla è stato fatto per cercare di evitare e, soprattutto, fronteggiare una situazione di ulteriore grave ”emergenza” che, tenuto conto, altresì dell’avvio del Giubileo, andrà ad aggravare problematiche e criticità gia presenti, in virtù anche del perduare del bocco del Turn over.
              Suscita non poche perplessità, a tale proposito, la decisione della Direzione aziendale di ricorrere al Bando per “Indizione affidamento del Servizio di Pronto Soccorso per la gestione pazienti in pellegrinaggio, presso il pronto Soccorso del Presidio Ospedaliero G.B. Grassi di Ostia” - Deliberazione n. 872 del 02/12/2015, senza aver utilizzato le varie graduatorie, tutt’ora in vigore, presenti nelle diverse Aziende Sanitarie Locali e Ospedaliere della Regione Lazio.  Per non parlare del fatto che non si conoscono ancora gli esiti dell’Avviso Pubblico per il conferimento di incarichi a tempo determinato della durata di un anno per Collaboratore Professionale Sanitario  - Infermiere, indetto dalla ASL Roma D nel Gennaio 2015.

              Tali problematiche sono rese ancor più drammatiche dalla totale assenza di qualsiasi principio e criterio di programmazione da parte delle varie Direzioni Generali che non hanno MAI realmente provveduto ad affrontare in modo organico e funzionale la questione, venendo meno, peraltro, alle indicazioni e  agli orientamenti espressi nei Piani Operativi Regionali (2011 -2012 – DCA 113/2010)  nei quali si prevedeva, appunto,  quella “ ricognizione del Personale e la riorganizzazione dei servizi, delle strutture e delle attività sulla base delle risorse umane e professionali realmente disponibili”.




       
             Si ricorda che è compito dell’Amministrazione definire le strategie aziendali, le priorità, evidenziare le criticità, predisporre e attuare le soluzioni, secondo  i criteri, i principi e gli obiettivi della buona pubblica amministrazione e che, in ottemperanza a ciò, ha il compito e il dovere di predisporre gli atti corrispondenti, essenzialmente in base a criteri e a principi di efficienza, di efficacia e di appropriatezza.

            Non aver ottemperato, sino a oggi, a tutto ciò, in modo organico e funzionale, ha inevitabilmente finito per aggravare il grave stato di difficoltà e criticità attuale cosicché ci si trova a dover affrontare con “carattere d’urgenza” tale situazione, peraltro prevista e prevedibile,  pena la condanna della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, e le conseguenti pesanti penalizzazioni economiche, qualora tale normativa sull’orario e i turni di lavoro (Legge 161/2014 -Legge Europea 2013 – Bis) non venga attuata.

             Si finge, oltretutto, di non sapere che in tutti questi anni è stato possibile garantire i pur minimi livelli assistenziali, contrariamente a quanto previsto dalle normative di legge, attraverso il ricorso improprio dello straordinario trasformato, di fatto, in strumento ordinario di organizzazione del lavoro. 

             Ci si trova ora davanti al paradosso che una direttiva/normativa tesa a tutelare e difendere il diritto alla salute e a migliorare le condizioni di vita e di lavoro, si trasformi, in assenza di reali interventi e politiche adeguate di implementazione del personale, in una pericolosa “trappola” per le stesse/i lavoratrici e lavoratori.                                                                                                   
              Infatti, si ritroveranno, senza, peraltro, alcun indicazione specifica in merito, e senza il necessario ed ineludibile supporto di adeguate Risorse Umane e Professionali, a dover subire ritmi, turni e carichi di lavoro che, oltre a non corrispondere ai principi sanciti dalla stessa normativa, finirebbero per esporli ulteriormente ad  un grave ed inaccettabile stato di confusione ed indeterminatezza per non parlare del grado di responsabilità professionale e giuridica che si trovano a dover affrontare davanti al verificarsi di situazioni di criticità e/o problematiche dovute a situazioni non prevedibile e programmabili (malattie, obbligo del cambio a vista, ecc.).
            Tale situazione è resa ancor più gravosa rispetto al vuoto che persiste, non solo nella Direzione delle Professioni Sociali e Sanitarie (SAI Aziendale) e che rappresenta, maggiormente in un momento così delicato, un ulteriore  elemento di criticità e difficoltà, ma nella totale assenza e/o individuazione di figure che siano in grado di fornire tempestive ed immediate disposizioni qualora si dovvessero presentare criticità e problematiche che non siano conformi alla tutela delle normative ed al diritto all’assistenza dei cittadini utenti.
            Infatti le lavoratrici ed i lavoratori si trovano spesso a dover prendere, non solo  in piena e totale solitudine delicate decisioni, ma a dover osservare “disposizioni”, “provvedimenti”, comunicati solo verbalmente, senza che, questi, siano formalizzati per iscritto attraverso chiari, espliciti, formali e riscontrabili Ordini di Servizio.                                                  
            A tale proposito si rende ancor più necessario istituire un Servizio di guardia, attivo e/o reperibile anche telefonicamente h24 in grado di fornire indicazioni, prendere decisioni e/o formalizzare provvedimenti a tutela delle stesse/i operatrici e operatori, nonché dei livelli di assistenza necessari.
           Scrivente O.S., a tutela dei diritti e della sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori e degli stessi cittadini/utenti, si riserva di segnalare eventuali violazioni delle normative contrattuali e di Legge vigenti di cui verrà a conoscenza.
Distinti Saluti

Prot. Asl Rm/D
n°95386  dell’11/12/2015            
p. il Cobas Asl Rm/D
le/i Delegati R.S.U.

Cesare Morra –  Paolo Paolacci - Claudia Piermaria

martedì 8 dicembre 2015

Orario e Turni di Lavoro Quando un Diritto si trasforma in “emergenza”


       Era già prevista l'entrata in vigore entro il 25 Novembre 2015 della legge 161/2014 (Legge Europea 2013 - Bis) che prevede (Art.41 per la Dirigenza Medica e Art.17 per il ruolo sanitario-comparto) come minimo 11 ore consecutive di riposo giornaliero, massimo 48 ore di lavoro settimanale, compreso lo straordinario, 24 ore di riposo settimanale e almeno 4 settimane di riposo annuale.
      Ma "scoprono", solo ora, per evitare la condanna della Corte di Giustizia dell’Unione Europea e le conseguenti pesanti penalizzazioni economiche che, senza l'immissione di nuovo personale, sarà quasi impossibile applicare tale normativa garantendo, al contempo, lo spirito e il senso della stessa, tendente a diminuire ritmi e carichi di lavoro delle lavoratrici e dei lavoratori e dignitosi livelli qualitativi/quantitativi di assistenza a difesa del Diritto alla Salute delle persone.
     Riteniamo che, in questi anni,  le problematiche, le criticità, i disagi e le difficoltà che quotidianamente ci si trova a vivere non siano stati frutto del caso, ma conseguenza diretta di una serie di fattori che divengono funzionali al disegno più generale di depotenziamento e smantellamento del Servizio Socio Sanitario Pubblico, all’interno di un processo di privatizzazione della Sanità, a tutto vantaggio del sistema privatistico/assicurativo.
     Basterebbe ricordare, a tale proposito, i recenti dati Censis che hanno rilevato che, solo nel 2013, la spesa privata per la Sanità è arrivata circa a 27 mld, 3 mld  solo per il pagamento dei ticket (10% in più in due anni).
Inoltre, circa 10 milioni di persone rinunciano alle cure a causa delle difficoltà economiche.
Tutto questo mentre ha proseguito, senza interruzioni, il Blocco delle assunzioni e del Turn Over e l’utilizzo delle “Esternalizzazioni” e degli appalti con ulteriore aumento dei costi e precarizzazione, sfruttamento e conseguente dequalificazione delle attività e dei servizi pubblici.
     Solo tra il  2009 e il 2013, inoltre, il personale sanitario si è ridotto del 3,38% con circa 23.500 operatori in meno; 32mila operatori sanitari italiani (su un totale di 670mila) hanno contratti precari. Se si guarda al solo personale infermieristico, in base agli Standard Europei, in Italia ne mancano almeno 60.000 e di quelli attualmente in servizio circa 30.000 sono precari (Fonti del Ministero della Salute) e, questo, mentre con la Legge di Stabilità del Governo Renzi verranno realizzati ulteriori tagli lineari (circa 4mld), la revisione dei LEA, che la stessa Corte dei Conti ha dichiarato a  rischio proprio per l’assenza di adeguati e sufficienti investimenti.
          
     Bastano questi dati per comprendere che quello che stiamo vivendo è in realtà un vero passaggio epocale che tende a trasferire e a cancellare definitivamente diritti e a trasformare in “merce” la Salute delle persone.

E ora VI fingete TUTTI “SORPRESI”?....
Ma,VOI, dove eravate?
E, soprattutto, cosa avete fatto sino ad ora?!!!
     Si è continuato a scaricare sulle operatrici e sugli operatori le difficoltà e le  criticità presenti nelle varie Strutture e nei Servizi Socio Sanitari nonché il peso di carenze, di contraddizioni, di scelte ( v. definanziamento, depotenziamento, riduzione posti letto, ticket, ecc.) conseguenze di quella mala gestione che, come Cobas dell’Asl Rm/D, andiamo segnalando e denunciando attraverso atti, documenti ed interventi pubblici in merito alle Politiche di Gestione delle Risorse Umane e Professionali” quando si è assistito a comportamenti e provvedimenti arbitrari e discrezionali (v. mobilità, trasferimenti, collocazioni, ecc.) dettati da logiche e criteri che poco o nulla hanno avuto a che fare con le criticità dei servizi e con le esigenze e i bisogni di salute delle persone.
    Tutto questo mentre altre erano “a parole e sulla carta”  le indicazioni e  gli orientamenti espressi nei Piani Operativi regionali con i quali si prevedevano “la ricognizione del Personale e la riorganizzazione dei servizi, delle strutture e delle attività sulla base delle risorse umane e professionali realmente disponibili”.
Non Ve lo ricordate?
    Ma siete andati avanti imperterriti, attraverso roboanti operazioni propagandistiche e di facciata che annunciavano di volta, in volta aperture di strutture, servizi, attività  ( solo alcuni esempi”: il reparto di “Degenza Breve”, di Sub – Intensiva con personale assunto a tempo determinato in occasione dell’influenza H1N1, della Casa del Parto, persino “l’apertura” di un “Pronto Soccorso Scolastico”, Case della Salute, ecc., ecc., ecc…..) sempre accompagnati da quel silenzio complice e connivente dei MOLTI, dei TROPPI, che OGGI fingono di stupirsi quando già sapevano, ma preferivano non ascoltare, non vedere, magari guardando il dito piuttosto che la luna che quel dito invitava a guardare.
   Forse, una maggiore programmazione e organizzazione delle attività, delle Strutture e dei Servizi Socio Sanitari e una più oculata e trasparente distribuzione, collocazione e razionalizzazione del Personale TUTTO, anche se non totalmente risolutivo di tutte le problematiche, avrebbe consentito, quantomeno, sia il potenziamento di quei Servizi Sanitari integrativi (Cad, Cure Primarie, ecc.) e di interesse sociale (Sert, Dsm, Consultori, ecc.) sia una maggiore funzionalità stessa dei Presidi Ospedalieri ( CPO – G.B. Grassi) in rapporto alle Risorse Umane e Professionali realmente esistenti.
E, ora diteci, chi ha trasformato in emergenza il Diritto alla Tutela della Salute  
per le Lavoratrici, per i Lavoratori e per gli stessi Cittadini/Utenti?
Ora “scoprite” che sono necessarie le assunzioni per far fronte a quell’”emergenza” della quale VOI  siete i soli ed unici responsabili e, allora, se è lecito chiederlo, ci dite
Quante saranno, Quando e Come avverranno queste “annunciate” assunzioni?
Magari evitando ulteriori “Esternalizzazioni” e appalti, con ulteriore aumento dei costi e precarizzazione, sfruttamento e conseguente dequalificazione delle attività e dei servizi pubblici favorendo, peraltro, in questo modo, il processo di privatizzazione ormai in atto con il risultato che tali scelte sono divenute spesso occasione per corruttele ed esclusivi interessi privatistici e di profitto se non di natura criminale, come emerso anche dalle cronache legate alle indagini su “Mafia-capitale”.
          Dinanzi a questo stato di cose non servono "toppe", ma scelte e provvedimenti che vedano, L’IMMEDIATO E TOTALE  SBLOCCO DEL TURN OVER e un'adeguata politica che veda l'assunzione di tutte le Risorse Umane e Professionali necessarie a garantire i Diritti delle Lavoratrici e dei Lavoratori e la Tutela alla Salute delle persone.

Se si vuole realmente salvaguardare il
Servizio Socio Sanitario Pubblico questa è la sola strada percorribile!!!

Cobas Asl Rm/D